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In gennaio il sinodo caldeo eleggerà il nuovo patriarca

Terrasanta.net
27 dicembre 2012
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In gennaio il sinodo caldeo eleggerà il nuovo patriarca
Il cardinale Emmanuel III Delly.

Papa Benedetto XVI ha convocato per il 28 gennaio prossimo un sinodo dei vescovi caldei per l’elezione del successore del card. Emmauel III Delly come patriarca della Chiesa (cattolica) caldea. Le dimissioni del porporato ottantacinquenne sono state ufficialmente accettate alcuni giorni fa.


(Milano/e.p.) – Papa Benedetto XVI ha convocato un sinodo dei vescovi caldei per l’elezione del successore del card. Emmauel III Delly come patriarca della Chiesa (cattolica) caldea. Le dimissioni del porporato ottantacinquenne sono state ufficialmente accettate alcuni giorni fa.

Spetterà al card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, presiedere il sinodo, che si riunirà il 28 gennaio prossimo. Nel frattempo l’arcivescovo Jacques Ishaq è stato nominato amministratore ad interim del patriarcato caldeo fino a quando il successore di Delly non si sarà insediato.

Eletto patriarca nel 2003, il card. Delly ha guidato la Chiesa caldea durante uno dei periodi più traumatici della storia irachena. In seguito all’invasione militare da parte della coalizione multinazionale guidata dagli Stati Uniti e al rovesciamento del regime di Saddam Hussein, i cristiani hanno finito per pagare il prezzo delle lotte tra estremisti musulmani sciiti e sunniti.

Gli attacchi alle chiese, i rapimenti e gli omicidi sono diventati pane quotidiano in tutto il Paese, ma soprattutto nella capitale Baghdad, a Kirkuk e a Mosul. Si sono registrate anche altre forme di persecuzione, ad esempio una sorta di pizzo imposto alle famiglie cristiane per evitare di essere uccise o cacciate dalle loro case. Sono molti i caldei che, come profughi, in questi anni hanno preso la via della Siria, del Libano e dei Paesi occidentali. Violenza e persecuzione hanno condotto quasi all’estinzione una delle più antiche comunità cristiane della storia.

Il nuovo patriarca caldeo dovrà misurarsi con il ripetersi di episodi di violenza contro i cristiani, con la povertà delle condizioni di vita della sua gente e con un flusso emigratorio non ancora estinto.

Il numero complessivo dei cristiani in Iraq si aggirava intorno alle 800 mila persone prima di quest’ultima guerra, ma oggi è più prossimo ai 100 mila individui. In tutto il mondo la Chiesa caldea conta circa 500 mila membri, la maggior parte dei quali risiede in Medio Oriente, e i restanti in Francia e negli Stati Uniti.

Il cardinal Sandri è reduce da un viaggio in Iraq, svoltosi nella prima metà di questo mese, durante il quale ha toccato Baghdad, Kirkuk ed Erbil. Il 14 dicembre scorso ha presieduto la consacrazione della cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, che era stata devastata durante l’attacco terroristico che il 31 ottobre 2010 causò la morte di una cinquantina di fedeli e di due sacerdoti.

Secondo quanto riferisce Radio Vaticana, durante la sua omelia il cardinale ha subito richiamato «la testimonianza offerta da molti dei nostri fratelli e sorelle» che «preceduti dai due giovani ed eroici preti» hanno unito per sempre «le loro vite a Gesù Cristo».

Portando i saluti di Papa Benedetto XVI, il cardinale ha invocato il Signore, perché «le lacrime versate in questo luogo sacro, portino buoni semi di comunione e di testimonianza e diano molto frutto».

Sandri, che nel giugno di quest’anno è stato riconfermato per un quinquennio quale prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, si è anche recato nella Grande Moschea di Kirkuk su invito dei leader musulmani locali. Accompagnava il cardinale l’arcivescovo della città, mons. Louis Sako, che insieme agli altri leader religiosi ha lanciato un appello perché cristiani e musulmani lavorino insieme per la pace, senza la quale «non c’è civiltà né progresso».

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