Il 28 ottobre, festa della Beata Vergine Maria Regina di Palestina, i vescovi cattolici della Terra Santa hanno aperto ufficialmente, presso il santuario mariano di Deir Rafat, l’Anno della Fede. Qualche settimana prima, il 7 ottobre, nella ricorrenza della festa di Nostra Signora del Rosario, veniva pubblicata una Lettera pastorale comune, che prende spunto da un versetto della Lettera agli Ebrei: «La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono» (Eb 11, 1).
«La nostra terra, forse più di ogni altra, – scrivono i capi delle comunità cattoliche della regione nel testo, articolato in 6 punti – è chiamata ad irradiare la fede. Milioni di persone vengono qui a rinnovare la loro fede visitando i Luoghi Santi. Eppure noi, le “pietre vive” di questa Terra Santa, chiamati ad essere custodi dei Luoghi Santi e ad animarli con le nostre preghiere e suppliche, con la diversità dei nostri riti e con la fedeltà della nostra continua bimillenaria testimonianza, siamo chiamati ad essere in un modo esemplare “popolo di fede”».
Per le Chiese di Terra Santa l’Anno della Fede cade in un momento decisamente particolare: da una parte le tribolazioni di alcuni Paesi della regione, toccati dalla guerra civile e dalle violenze settarie; dall’altra il cammino di rinnovamento e conversione indicato dalla recente pubblicazione dell’esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente. Ancora una volta, mettendosi sotto la protezione della Vergine Maria, le Chiese di Terra Santa intendono porsi in cammino per continuare ad essere «segno vivo della presenza del Signore risorto» in quelle travagliate regioni e nel mondo.