Il cardinale Carlo Maria Martini avrà una foresta dedicata al suo nome in Israele. L’idea è stata lanciata ieri a Milano nel corso di una conferenza stampa convocata simbolicamente nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del concilio ecumenico Vaticano II. L’iniziativa è stata concepita da rav Giuseppe Laras.
(Milano/g.s.) – Il cardinale Carlo Maria Martini, scomparso il 31 agosto scorso, avrà una foresta dedicata al suo nome in Israele. L’idea è stata lanciata ieri a Milano nel corso di una conferenza stampa convocata simbolicamente nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del concilio ecumenico Vaticano II.
L’iniziativa è stata concepita da rav Giuseppe Laras – rabbino capo di Milano negli anni in cui Martini era alla guida della diocesi ambrosiana – che ha suggerito di piantare alcune migliaia di alberi nei pressi di Tiberiade, in Galilea, sulla sponda occidentale del lago tanto presente nella vita di Gesù Cristo e quindi molto caro ai cristiani e allo stesso card. Martini.
Aderiscono alla proposta il Fondo nazionale ebraico (Keren Kayemeth Le-Israel), la Fondazione Maimonide e il Centro culturale San Fedele, dei gesuiti di Milano, che hanno voluto lanciare una raccolta fondi aperta a persone e organizzazioni ebraiche e cristiane.
In Israele esistono già delle foreste intitolate a Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Per la prima volta, però, l’iniziativa di dedicarne una ad un ecclesiastico cattolico, quale fu Martini, parte da istituzioni ebraiche.
Gli ebrei milanesi avevano già voluto rendere pubblico omaggio al defunto cardinale il 3 settembre scorso, giorno dei suoi funerali, con una preghiera pubblica guidata da una delegazione di rabbini nel cortile dell’arcivescovado di Milano, alcune ore prima delle esequie in Duomo.
Al termine della conferenza stampa di ieri mattina il rabbino capo di Milano, Alfonso Arbib, ha commentato: «Gli alberi sono un segno di vita e di pace ed è bello e importante che in Israele, che ha tanto bisogno e sete di pace, degli alberi vengano piantati in memoria di un carissimo amico, grande ed autentico uomo di dialogo e di pace».