Il Medio Oriente sottosopra alla Quinta giornata per i volontari di Terra Santa
Si è svolta sabato 20 ottobre, a Roma, la Quinta giornata per le associazioni di Terra Santa, organizzata dalla Fondazione Terra Santa e voluta dal padre Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, come occasione di scambio reciproco tra i volontari e di ringraziamento per il loro lavoro da parte della Custodia. Tra gli altri intervenuti un ospite d'eccezione: il patriarca siro cattolico Ignace Youssif III Younan.
(Roma) – «Voi volontari potete essere gli ambasciatori dei cristiani di Terra Santa. Raccontando, nei luoghi in cui vivete, le nostre difficoltà e i nostri problemi. Vi ringrazio per quello che avete già fatto e che potrete fare». Il patriarca siro-cattolico Ignace Youssif III Younan si è rivolto con queste parole ai numerosi partecipanti della Quinta giornata per le associazioni di Terra Santa, che si è svolta a Roma, sabato 20 ottobre, presso l‘Auditorium Antonianum. Una giornata organizzata dalla Fondazione Terra Santa e voluta dal padre Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, come occasione di scambio reciproco tra i volontari e di ringraziamento per il loro prezioso lavoro, da parte della Custodia.
Una platea di cento persone, rappresentanti di 30 associazioni diverse di tutt’Italia – dalla Puglia al Veneto -, ha ascoltato rapita il patriarca Younan, energica guida della Chiesa siro-cattolica, che conta molti fedeli proprio in Siria e Libano. Il patriarca ha incontrato i volontari assieme a Manuela Borraccino, vaticanista esperta di Terra Santa, autrice del volume 2011. L’anno che ha sconvolto il Medio Oriente. «Da due anni la nostra regione sta vivendo un vero e proprio terremoto sociopolitico – ha spiegato il patriarca –. Ma attenzione, si tratta di qualcosa di molto diverso da una semplice rivoluzione per i diritti civili, come la intendete qui in Europa. Prendiamo la Siria: vi si sta combattendo una vera e propria guerra inter-confessionale, dove il fondamentalismo islamico sta prendendo pericolosamente piede. Molta della violenza viene da fuori del Paese. Questo l’ho detto chiaramente a governanti e giornalisti francesi, in un mio recente viaggio a Parigi. Mi hanno rinfacciato che stavo esagerando! Quello che ci scandalizza, come cristiani del Medio Oriente, è che proprio i Paesi europei, che hanno nella costituzione il rispetto dei diritti civili e la libertà religiosa, finiscono per appoggiare rivolte violente animate dai fondamentalisti. Nel suo recente viaggio in Libano il Pontefice Benedetto XVI ci ha esortati ad avere coraggio. E noi pastori siamo lì ad incoraggiare i nostri fedeli. Ma, credetemi, in questo momento è difficile non avere paura. Due anni fa una bomba è esplosa in una nostra chiesa di Baghdad, causando 40 morti: sono andato subito a visitare i feriti che mi hanno chiesto: cosa dobbiamo fare patriarca? Dobbiamo restare o possiamo andare via di qui? Cosa gli potevo rispondere?… Ho detto, è una vostra scelta, siete liberi. In tutto questo – ha concluso con un appello Younan – abbiamo davvero bisogno di Paesi amici che chiedano, con forza, riconciliazione per la nostra terra».
Nel pomeriggio ampio spazio è stato dedicato al Getsemani: Giovanni Gianfrate, dell’associazione Coltiviamo la pace ha divulgato i recenti risultati di una ricerca scientifica che ha studiato ogni aspetto della vita degli otto ulivi secolari del Getsemani, arrivando a scoprire tra l’altro l’età del tronco delle venerande piante (che risalirebbero al Dodicesimo secolo) e il loro profilo genetico, straordinariamente identico. Carla Benelli, archeologa e collaboratrice di Ats – Pro Terra Sancta, ong della Custodia, ha invece raccontato lo stato dei restauri della basilica dell’Agonia, tuttora in corso.
Particolare commozione ha suscitato l’intervento di suor Lucia Corradin, delle suore francescane elisabettine, che da anni svolge il suo servizio al Caritas Baby Hospital di Betlemme, istituzione sostenuta da molte associazioni italiane e irrinunciabile tappa di tanti pellegrinaggi. Suor Lucia ha raccontato la storia dell’ospedale da quando, nel 1952, il sacerdote svizzero padre Ernst Schnidryg, sconvolto dalla morte di un bambino palestinese della città di Gesù, decise di porre le basi per la struttura sanitaria. Servizio che rimane ancora oggi l’unico ospedale pediatrico dei Territori palestinesi, segno vivo della carità di molti fedeli e della generosità di molti volontari di tutto il mondo. La giornata si è conclusa con la messa, celebrata per i volontari dal padre Custode.