In merito ai graffiti blasfemi tracciati la notte tra l’1 e il 2 ottobre sul portone del convento francescano che sorge sul Monte Sion a Gerusalemme, questa mattina sono arrivate le reazioni di condanna dell’ambasciata di Israele presso la Santa Sede e del Consiglio delle istituzioni religiose della Terra Santa.
(Milano/g.s.) – In seguito ai graffiti blasfemi tracciati la notte tra l’1 e il 2 ottobre sul portone del convento francescano sul Monte Sion a Gerusalemme nei pressi del Cenacolo (e per questo noto anche come Cenacolino), l’ambasciata di Israele presso la Santa Sede ha diffuso questa mattina un breve comunicato di condanna.
«Deploriamo totalmente questo comportamento e lo condanniamo senza mezzi termini – si legge nel testo –. Queste azioni sono in totale contrasto con i nostri valori e le nostre tradizioni. Israele è una democrazia che garantisce libertà di religione e di culto a tutti».
Nell’osservare che «l’atto spregevole» dell’altra notte «non rappresenta lo Stato di Israele e i suoi valori», l’ambasciata segnala che anche il presidente Shimon Peres, incontrando uno dei due rabbini capo di Israele in occasione della festa di Sukkot (o delle capanne), ha ribadito che le azioni della campagna Tag Mehir «vanno contro i principi morali e i valori del giudaismo e recano grave danno allo Stato di Israele. Non è ammesso oltraggiare i Luoghi Santi delle religioni e delle fedi».
Quest’oggi anche il Consiglio delle istituzioni religiose della Terra Santa – del quale fanno parte i massimi rappresentati religiosi ebrei, cristiani e musulmani – si è detto scioccato e addolorato. In una dichiarazione pubblica il Consiglio ha chiesto alle autorità israeliane di «intensificare gli sforzi per catturare e consegnare alla giustizia i colpevoli». Ai credenti che vivono nella regione, viene chiesto di offrirsi la pace a vicenda e di «rispettare la dignità e santità dei Luoghi Santi di ognuna della tre religioni, evitando qualsiasi atto di dissacrazione o aggressione ai loro danni».