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Elezioni alle porte

Giorgio Bernardelli
15 ottobre 2012
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Elezioni alle porte
Urna elettorale israeliana.

Israele va alle elezioni anticipate, che si terranno il 22 gennaio 2013. E in Palestina si sta già addirittura per votare: domenica 20 in Cisgiordania si andrà infatti alle urne per le elezioni municipali, il primo appuntamento con un voto dall'ormai lontano 2006. Una volta queste sarebbero state due signore notizie. Oggi invece scivolano via come se niente fosse.


Israele va alle elezioni anticipate, che si terranno il 22 gennaio 2013. E in Palestina si sta già addirittura per votare: domenica 20 in Cisgiordania si andrà infatti alle urne per le elezioni municipali, il primo appuntamento con un voto dall’ormai lontano 2006. Una volta queste sarebbero state due signore notizie. Oggi invece – nell’indifferenza generale che circonda le vicende israelo-palestinesi – stanno scivolando via come se niente fosse. E devo dire che stavolta è decisamente difficile dare torto ai mezzi di comunicazione, che preferiscono concentrare la loro attenzione altrove.

Partiamo da Israele: dopo la farsa di qualche mese fa – quando Netanyahu aveva già annunciato le elezioni anticipate e poi all’ultimo momento si era accordato con il leader di Kadima Shaul Mofaz per un governissimo dalla maggioranza schiacciante – stavolta al voto per la Knesset ci si va davvero. L’accordo tra Netanyahu e Kadima era fondato solo sulla paura delle urne da parte di Mofaz, il cui partito è destinato praticamente a scomparire. Così alla prima difficoltà è andato in crisi. E allora Netanyahu è tornato all’opzione iniziale: le elezioni anticipate. I sondaggi dicono che al suo governo attualmente non c’è alternativa e allora preferisce andare subito alle urne per evitare sorprese. Il blog +972 ha aperto una pagina in cui tiene il monitoraggio dei diversi sondaggi pubblicati dai quotidiani israeliani e lo scenario sembra abbastanza definito: la valanga di voti che perderà Kadima – il partito fondato da Sharon in occasione del ritiro da Gaza e dopo di lui guidato da Ehud Olmert e Tzipi Livni prima di Shaul Mofaz – se la spartiranno i laburisti di Shelly Yachimovic e il nuovo partito dell’anchor-man Yair Lapid. In pratica per gli equilibri di governo non dovrebbe cambiare nulla. E questo è esattamente ciò che vuole Netanyahu. Magari con la ciliegina sulla torta di due o tre seggi in più al suo Likud, in modo da poter essere più forte di prima nei rapporti con gli alleati di Yisrael Beitenu (il partito di Avigdor Lieberman) e dei partiti della destra religiosa.

Un discorso per certi versi analogo vale per le elezioni municipali in Palestina. Appuntamento cui si è arrivati sostanzialmente per inerzia: convocate e rinviate più volte, domenica 20 ottobre si terranno sul serio, ma solo in Cisgiordania perché – non essendo mai arrivato il famoso accordo di unità nazionale – Hamas boicotta questo voto. Niente urne a Gaza, dunque, e niente liste degli islamisti neanche nelle altre città (anche se qualcuno si è candidato come indipendente). In teoria, dunque, dovrebbe essere un voto che serve solo a Fatah per consolidare le proprie posizioni e dare una parvenza di legittimità alla propria leadership, in una realtà in cui non si tengono elezioni dal 2006 (anno in cui – peraltro – Fatah le elezioni le aveva anche perse). Qui, però, il quadro è un po’ più complesso, anche perché il livello locale è molto più difficile da controllare. Come racconta l’articolo di al Arabiya che rilanciamo qui sotto, infatti, è stato parecchio faticoso per Fatah trattenere i propri candidati nelle proprie liste. C’era un fuggi fuggi generale verso liste di indipendenti, per contrastare il quale il partito ha dovuto minacciare (e anche eseguire) parecchie espulsioni. È il sintomo di un chiaro malessere: tanti da tempo in Palestina non si sentono più rappresentati né dallo storico movimento che fu di Arafat né dagli islamisti.

Sia in Israele sia in Cisgiordania, dunque, si va alle urne per elezioni il cui esito sembrerebbe scontato. Ma i voti – comunque – è sempre bene contarli solo alla fine.

Clicca qui per vedere la pagina sui sondaggi nel blog +972

Clicca qui per leggere l’articolo sulle elezioni municipali in Cisgiordania sul sito di al-Arabiya

 

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