Al termine della consueta recita domenicale della preghiera dell’Angelus con i fedeli giunti a Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha spiegato le ragioni del suo breve viaggio in Libano, che avrà inizio venerdì prossimo.
(Milano/g.s.) – Al termine della consueta recita domenicale della preghiera dell’Angelus con i fedeli giunti a Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha spiegato le ragioni del suo breve viaggio in Libano, che avrà inizio venerdì prossimo.
Parlando in francese, il Papa ha ribadito che si recherà nel Paese dei cedri per firmare l’esortazione apostolica post-sinodale, che suggella i lavori del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, svoltosi in Vaticano nell’ottobre del 2010.
Il Papa ha osservato: «Avrò la felice occasione di incontrare il popolo libanese e le sue autorità, oltre ai cristiani di questo caro Paese e quelli provenienti dai Paesi vicini. Non ignoro la situazione spesso drammatica vissuta dalle popolazioni di questa regione da troppo tempo straziata da incessanti conflitti. Comprendo l’angoscia dei molti mediorientali quotidianamente immersi in sofferenze di ogni tipo, che affliggono tristemente, e talvolta mortalmente, la loro vita personale e familiare. Il mio preoccupato pensiero va a coloro che, alla ricerca di uno spazio di pace, abbandonano la loro vita familiare e professionale e sperimentano la precarietà degli esuli. Anche se sembra difficile trovare delle soluzioni ai diversi problemi che toccano la regione, non ci si può rassegnare alla violenza ed all’esasperazione delle tensioni. L’impegno per un dialogo e per la riconciliazione deve essere prioritario per tutte le parti coinvolte, e deve essere sostenuto dalla comunità internazionale, sempre più cosciente dell’importanza per tutto il mondo di una pace stabile e durevole nell’intera regione. Il mio viaggio apostolico in Libano, e per estensione nel Medio Oriente nel suo insieme, si colloca sotto il segno della pace, facendo riferimento alle parole del Cristo: “Vi dò la mia pace” (Giov. 14,27). Che Dio benedica il Libano ed il Medio Oriente! Che Dio vi benedica tutti!».