Nella capitale libanese grandi manifesti rilanciano la stessa frase in varie lingue: «Pace a voi!». È lo slogan che annuncia ai libanesi, cristiani e musulmani, la visita di Benedetto XVI a Beirut, dal 14 al 16 settembre. È l’augurio più comune, ma anche il più azzeccato, perché è di pace che hanno bisogno il Libano e tutto il Medio Oriente.
(Beirut) – Lungo la grande arteria che dall’aeroporto raggiunge la città, sul lungomare amato dai turisti, ai bordi delle strade a medio o grande scorrimento… ovunque nella capitale libanese si legge la stessa frase: «Pace a voi!», o «Vi do la mia pace», in latino, in francese e soprattutto in arabo. È lo slogan più comune che accompagna le migliaia di manifesti disseminati in città che annunciano ai libanesi, cristiani e musulmani, la visita di Benedetto XVI a Beirut, dal 14 al 16 settembre. È l’augurio più comune, ma anche il più azzeccato, perché è di pace – più di ogni altra cosa – oggi hanno bisogno il Libano e tutto il Medio Oriente. Ed è a tutti evidente, in Libano, che non sia scontato il fatto che il Pontefice abbia deciso di venire nonostante gli scontri sanguinosi che si svolgono nella vicina Siria, a sole poche decine di chilometri di distanza.
Da settimane nella capitale i comitati organizzatori sono all’opera nel distribuire i biglietti per le cerimonie, coinvolgere i fedeli e accogliere nel migliore dei modi il Papa. Ci si aspetta che Benedetto XVI catalizzi in questi tre giorni centinaia di migliaia di persone. Lo scorso mercoledì , i vescovi maroniti hanno lanciato un appello ai fedeli: «Chiediamo ai nostri figli e alle nostre figlie – hanno scritto – di partecipare in massa all’incontro con Papa Benedetto XVI e di prepararsi spiritualmente ad accogliere la sua guida e a lavorare sotto la sua direzione, in modo che si possa inaugurare una vera primavera per i cristiani della regione. Facciamo in modo che questa visita rappresenti la strada per la pace e possa rafforzare la presenza dei cristiani».
Migliaia di fedeli, all’arrivo dell’aereo papale, accoglieranno il corteo, disponendosi ai bordi dell’autostrada che congiunge l’aeroporto al centro città. Gli organizzatori si aspettano un vero bagno di folla venerdì 14, al santuario di Harissa (dove anche Papa Giovanni Paolo II ebbe un indimenticabile incontro coi giovani libanesi nel 1997) in occasione della firma dell’esortazione apostolica che suggella il Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente; ma anche domenica 16, alla Messa che Ratzinger presiederà al Waterfront, un grande spazio vicino al mare in cui si celebrano le più imponenti manifestazioni cittadine.
L’esercito libanese, nel tentativo di rafforzare la sicurezza, ha annunciato che aumenterà i controlli per verificare l’applicazione di un provvedimento speciale appena emanato, ovvero l’invalidazione temporanea di un grande numero di porto d’armi, limitatamente ai giorni della permanenza del Pontefice.
Dal canto suo il patriarcato maronita sta tessendo ogni relazione utile a trasformare la visita in una festa di tutto il popolo.
Lo scorso giovedì Mohammad Raad, parlamentare libanese in forza ad Hezbollah (movimento sciita che, oltre a partecipare alla coalizione di governo assieme ad alcuni partiti cristiani, è schierato nella crisi siriana dalla parte del presidente Bashar al-Assad), si è recato alla sede patriarcale a Bkerke, per incontrare il patriarca Bechara Rai. «Siamo pronti a ricevere il Papa. Tutti i libanesi attendono il suo arrivo», ha dichiarato Raad al termine dell’incontro , aggiungendo che la sua visita a Bkerke «è anche l’occasione per rafforzare la nostra relazione aperta e attiva con il patriarcato maronita e di scambiare qualche idea rispetto a molti temi importanti per i libanesi».
«Si tratta di una visita eccezionale, di carattere storico – ha aggiunto un altro esponente di Hezbollah, Yassin Jaber -, che rafforzerà la fiducia tra i libanesi e il loro Paese. Il viaggio papale è importante perché conferma le caratteristiche del nostro Paese: siamo un luogo in cui culture e religioni diverse si incontrano, un luogo di dialogo e pluralismo e questo contribuisce alla ricchezza del Paese».
Per permettere a chiunque seguire la visita online tappa per tappa, il comitato organizzatore ha anche realizzato un sito web ricco di materiali e immagini.