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I musulmani e il mese di Ramadan, non solo digiuno e preghiera

Carlo Giorgi
19 luglio 2012
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I musulmani e il mese di <i>Ramadan</i>, non solo digiuno e preghiera
(clicca sulla foto per lanciare il video)

Il 20 luglio inizia il Ramadan, mese di preghiera in cui i musulmani si impegnano in un digiuno dall’alba al tramonto; periodo nel quale la società a maggioranza islamica del Medio Oriente cambia le sue abitudini e i suoi ritmi di vita. In molti Paesi, più che ogni altro periodo, questa sarà stagione di cene conviviali e incontri tra amici.


(Milano) – Il 20 luglio inizia il Ramadan, mese di preghiera in cui i musulmani si impegnano in un digiuno dall’alba al tramonto; periodo nel quale la società a maggioranza islamica del Medio Oriente cambia le sue abitudini e i suoi ritmi di vita. Se, durante la giornata, come è noto i fedeli osservano una rigorosa astinenza da cibo e acqua, al momento del tramonto la vita riprende con una maggiore vitalità tanto che per la società araba il Ramadan – più di ogni altro periodo – è il tempo delle cene, dei banchetti pubblici, degli incontri con gli amici, delle occasioni di festa.

Paradossalmente proprio in questo mese di digiuno, si spende di più per il cibo e per il tempo libero. Secondo l’agenzia degli Emirati Zawya quest’anno, poi, durante il Ramadan i consumi alimentari nei Paesi arabi aumenteranno anche a causa della concomitanza con le ferie estive. In Egitto si prevede che la spesa alimentare raggiunga i 4 miliardi di euro, contro i 2,5 del 2011. Negli Emirati passerà da 890 milioni di euro a 1,5 miliardi e in Qatar da 400 milioni di euro a 570. In Arabia Saudita, invece, per il Ramadan si acquisteranno generi alimentari per 5,4 miliardi di euro, contro i 2,2 miliardi del 2011; un’impennata di consumi dovuta anche ai numerosi pellegrini che decidono di compiere il pellegrinaggio alla Mecca proprio ora e che farà salire del 30 per cento il volume complessivo del mercato saudita.

Il digiuno islamico condiziona in modo deciso la vita lavorativa: il Regno ashemita di Giordania, ad esempio, ha fissato per il mese di Ramadan l’orario di lavoro dei dipendenti pubblici dalle dieci del mattino alle tre del pomeriggio, prolungando fino alla mezzanotte il servizio dei mezzi pubblici ad Amman.

Durante il Ramadan, poi, vengono mandate in onda le migliori serie televisive sfornate dalle case di produzione arabe, in particolare i grandi film di carattere storico e religioso. Al Arabiya ha dato notizia che quest’anno andrà in onda Omar, inedita serie televisiva, girata in stile hollywoodiano e ispirata all’avventurosa vita di uno dei compagni del Profeta, sotto la cui guida l’Islam espanse i suoi confini fino alla Persia, alla Turchia e all’attuale Libia. La serie, prodotta da due società arabe, l’MBC Group e la Qatar Media Inc. verrà trasmessa in Nord Africa e Medio Oriente da MBC, in Turchia dalla rete ATV e in Indonesia da MNC Tv. Secondo Mazen Hayek, portavoce del MBC Group, Omar sarebbe «la più grande e importante produzione televisiva mai prodotta nella storia della tivù mediorientale».

Secondo il quotidiano libanese The Daily Star, quest’anno sono cinque le serie televisive che allieteranno la prima e la seconda serata dei telespettatori del Paese dei Cedri durante il Ramadan. Saghe familiari e grandi storie d’amore, ma non solo: la televisione di orientamento sciita Al Manar trasmetterà la serie Al-Ghaliboun, nella quale i protagonisti hanno un ruolo nella resistenza libanese durante gli anni dell’occupazione israeliana (durata dal 1978 al 2000 – ndr).

Il sito di informazione egiziano Ahram, infine dà notizia poi che proprio il 20 luglio, primo giorno di Ramadan, inizierà a trasmettere in Egitto Mariya, rete satellitare ultra-conservatrice che prende il nome da una delle mogli del Profeta, convertita dal cristianesimo. La caratteristica della rete, in cui lavoreranno unicamente donne, sarà quella di far comparire in video solo presentatrici e giornaliste completamente velate, con il niqab, copricapo provvisto solo di una fessura per consentire agli occhi di vedere. «Il nostro messaggio è rivolto alle donne musulmane – ha spiegato lo sceicco Safaa Refai, responsabile del canale televisivo –; lo scopo è di insegnare loro quali siano i precetti del Profeta». Una televisione in cui compaiano solo donne velate è una novità assoluta per i media egiziani, dal momento che nel Paese, durante l’era del presidente Hosni Mubarak alle presentatrici televisive era stato proibito indossare il copricapo quando andavano in onda.

Anche nei Paesi in conflitto il mese di Ramadan è vissuto, in modi molto diversi, come un tempo speciale. In Siria esponenti dell’opposizione al regime di Bashar al-Assad hanno manifestato la speranza di poter destituire il presidente alawita proprio durante questo mese di preghiera e digiuno. In Israele il presidente Shimon Peres, che conta tra i suoi concittadini conta circa un milione e mezzo di arabi musulmani, ha rivolto gli auguri di buon Ramadan attraverso un video, trasmesso su circa 5 mila sit web arabi in tutto il mondo, secondo quanto racconta il quotidiano israeliano The Jerusalem Post. Nel video, Peres si rivolge ai musulmani augurando pace, giustizia e riconciliazione; dichiara che ebraismo, cristianesimo e Islam hanno gli stessi valori e lo stesso desiderio di pace e conclude invitando i musulmani che lo vorranno a stringere amicizia con lui, sulla sua pagina Facebook. 

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