Tornano i vandali. Stavolta tocca al villaggio di Nevé Shalom – Wahat al-Salam
(Milano/c.g.) – Per la prima volta nella sua storia, Nevé Shalom – Wahat al-salam («Oasi di pace», in lingua ebraica e araba), lo storico villaggio israeliano in cui convivono insieme ebrei ed arabi, cristiani e musulmani, è stato oggetto, la notte scorsa, di un violento attacco razzista.
Secondo quanto racconta il quotidiano israeliano The Jerusalem Post, alcuni vandali di gruppi dell’estrema destra, tra le due e le cinque del mattino hanno raggiunto il villaggio, bucato le gomme di quattordici automobili e scritto slogan anti-arabi sui muri della scuola elementare, su alcuni edifici privati e su tre autovetture.
L’azione dei vandali sembra essere una reazione alla decisione del governo Netanyahu di far sgomberare l’insediamento di Ulpana. Le scritte sui muri e sulle autor recitano infatti: «Vendetta», «Morte agli arabi», «Saluti da Ulpana» e «Saluti da Havat Gilad» (due insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi), e «Kahane aveva ragione» (con riferimento a Martin David Kahane, rabbino ortodosso, morto nel 1990, che predicava tra l’altro la necessità di allontanare i cittadini arabi dal territorio di Israele).
«Si tratta di un attacco all’idea stessa che ha dato origine al villaggio – ha commentato Gideon Sulimani, “sindaco” di Nevé Shalom – Wahat al-salam -. Infatti noi siamo la prova che è possibile vivere insieme. Non possiamo però ignorare quel che è successo e non possiamo abituarci a cose del genere. Oggi hanno danneggiato le automobili. La prossima volta potrebbero colpire la gente».
«Hanno agito di notte perché i nostri bambini leggessero le scritte una volta alzati la mattina – ha spiegato Nava Zonenshein, una residente del villaggio, intervistata dal quotidiano Haaretz -. Sono 33 anni che stiamo provando a fare qualcosa per far parlare insieme ebrei e arabi, ma l’onda del razzismo sembra più forte di noi».
È la seconda volta che vandali razzisti attaccano realtà che si occupano di promuovere la coesistenza pacifica. Lo scorso 7 febbraio, infatti, fu attaccata con analoghe scritte sui muri la scuola dell’associazione Hand in hand, a Gerusalemme, che accoglie bambini arabi e israeliani insieme.
Il villaggio di Nevé Shalom – Wahat al-salam è stato fondato nel 1972 dal padre domenicano Bruno Hussar vicino al monastero trappista di Latrun (lungo la strada che collega Tel Aviv e Gerusalemme) e oggi ospita una cinquantina di famiglie arabe ed ebree.
L’Associazione italiana amici di Nevé Shalom – Wahat al-Salam questo pomeriggio ha emesso un comunicato di solidarietà con il villaggio fatto segno degli attacchi: «L’Associazione italiana – si legge nel testo –, sdegnata, condanna la violenza in ogni sua forma e conferma solidarietà e supporto rinnovati al villaggio, realtà educativa necessaria in un contesto di siffatto odio. Il lavoro per il dialogo, i diritti umani, la consapevolezza e la giustizia prosegue invariato e, se possibile, ancora più intensamente».