Chi ama Gerusalemme e la sua storia non può privarsi di questo libro, pubblicato in Italia lo scorso anno. L'opera è preziosa, come ogni buon atlante, più per l’apparato iconografico e cartografico che per la parte testuale, per forza di cose molto sintetica. L’archeologo israeliano Dan Bahat, che ne è l'autore, a Gerusalemme è nato e cresciuto e della città antica conosce ogni pietra.
(g.s.) – Lo diciamo senza esitazione: chi ama Gerusalemme ed è appassionato alla sua storia non può privarsi di questo atlante, pubblicato in Italia lo scorso anno. Il volume è prezioso, come ogni buon atlante, più per l’apparato iconografico e cartografico che per la parte testuale, per forza di cose molto sintetica (l’arco di tempo preso in esame è d’altronde amplissimo: dal 1.000 a.C. fino ai giorni nostri).
L’autore, Dan Bahat, a Gerusalemme è nato e cresciuto. Della città antica conosce ogni pietra, essendo stato per anni, come archeologo, supervisore degli scavi nell’area urbana.
Egli stesso spiega così l’intento dell’opera, pubblicata per la prima volta in ebraico e inglese nel 1989: «I dati relativi a Gerusalemme nei vari periodi della sua storia sono tali e tanti da non poter entrare tutti in un unico atlante, per quanto corposo possa essere. Tuttavia lo scopo di un atlante è quello di presentare le situazioni e gli avvenimenti principali, possibilmente in forma grafica e cartografica. È ciò che abbiamo cercato di fare in questa pubblicazione: mostrare i vari periodi della storia di Gerusalemme in modo comprensibile, conciso e popolare, ma al tempo stesso scientificamente corretto, evitando un ingombrante apparato scientifico» (dalla Prefazione).
Giunto alla terza edizione lo scorso anno, il volume è ancor oggi richiesto in atenei di varie parti del mondo per lo studio della Città Santa.
L’ideale sarebbe poterselo infilare in valigia in occasione di un soggiorno di qualche giorno a Gerusalemme e utilizzarlo, insieme a una buona guida, per meglio conoscere la città. Sarà tuttavia apprezzato anche da chi, a casa propria, voglia meglio attrezzarsi in vista di un futuro pellegrinaggio, oppure intenda ritornare con più calma su ciò che ha visto e toccato in un viaggio, magari troppo rapido, in questa città unica al mondo.