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La Siria sprofonda, molti cristiani sfollano

Terrasanta.net
14 giugno 2012
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La Siria sprofonda, molti cristiani sfollano
Fedeli cattolici in preghiera in una chiesa di Damasco. (foto d'archivio - C. Giorgi)

Nel quadro del peggioramento generale della situazione in Siria, anche la vita della minoranza cristiana risulta sempre più compromessa. Il caso della cittadina di Quaayr, nel distretto di Homs, dove i cristiani si sono ridotti a un decimo. Ma anche quello di padre Paolo Dall'Oglio, fondatore della comunità monastica di Deir Mar Musa, indotto a lasciare il Paese.


(Milano/c.g.) – Nel quadro del peggioramento generale della situazione in Siria, anche la vita della minoranza cristiana risulta sempre più compromessa. Nella cittadina di Quaayr, nel distretto di Homs, secondo quanto riporta l’agenzia Fides, Abdel Salam Harba il capo dell’opposizione armata al regime di Bashar al Assad, la scorsa settimana avrebbe lanciato un ultimatum ai cristiani locali, diffuso attraverso gli altoparlanti delle moschee, ordinando loro di abbandonare la città entro venerdì 8 giugno. A Quaayr abitano circa 30 mila persone. Prima della rivolta i cristiani, in gran parte di rito melchita, erano 10 mila. Oggi ne sono rimasti non più di mille. Fin dall’aprile del 2011 Quaayr è teatro di violenze e uccisioni: i rivoltosi si sono organizzati con una forza armata, l’esercito regolare è intervenuto combattendoli e si sono contate vittime anche cristiane, uccise per motivi confessionali o per l’accusa di essere leali al regime.

Secondo il quotidiano libanese L’Orient-Le Jour, i rappresentanti locali dell’opposizione hanno smentito lunedì 11 giugno, quanto riportato dall’agenzia vaticana: «Abbiamo sempre vissuto in armonia con i nostri fratelli e le nostre sorelle cristiane – hanno dichiarato via Facebook -. E non è vero che abbiamo mai chiesto ai cristiani di andarsene. Si tratta di una notizia falsa, che va a favore del regime che vuole alimentare gli odi settari. Le famiglie cristiane se ne sono andate assieme a molte famiglie musulmane circa due mesi fa, a causa dei bombardamenti della città da parte dell’esercito siriano».

L’agenzia Fides, tuttavia, è tornata sulla notizia due giorni fa, confermando l’affidabilità delle proprie fonti e dichiarando che due preti di Quaayr hanno sentito «con le loro orecchie» l’ultimatum proclamato dagli altoparlanti delle moschee. Fides riferisce anche la recente uccisione di un cristiano locale, Maurice Bitar, colpito da un franco tiratore, mentre stava andando ad acquistare del pane. Le fonti di Fides hanno dichiarato che in città si sta diffondendo un clima di intimidazione nei confronti dei cristiani rimasti. Ad esempio verrebbe intimato loro di «cedere il passo ai musulmani, come all’epoca dei califfi ottomani».

L’inasprimento delle condizioni di vita dei cristiani in Siria è confermato anche dalla notizia dell’abbandono del Paese, dopo trent’anni di permanenza, da parte del gesuita Paolo dall’Oglio, fondatore della comunità monastica di Deir Mar Musa. Secondo quanto riferisce il mensile dei gesuiti Popoli, la decisione di lasciare la Siria è stata presa in obbedienza alle autorità ecclesiastiche del Paese. Già minacciato di espulsione dal governo siriano nel novembre 2011, il gesuita era riuscito a restare nel Paese a patto di mantenere un basso profilo, evitando dichiarazioni pubbliche contrarie al regime. Un impegno che Dall’Oglio ha mantenuto, pur non interrompendo la sua attività a favore della pace e la sua denuncia delle violenze perpetrate nel Paese. Significativa, in questo senso, la lettera aperta a Kofi Annan, inviato speciale dell’Onu in Siria, che il religioso aveva inviato lo scorso 23 maggio.

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