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La Giordania blinda il confine con la Siria

Lucia Balestrieri
13 giugno 2012
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La Giordania blinda il confine con la Siria
Uno dei valichi d'accesso alla Giordania lungo la frontiera con la Siria.

La Giordania teme il contagio della guerra civile in Siria e si blinda. Secondo fonti dell'opposizione siriana, le autorità di Amman avrebbero infatti deciso di chiudere il confine, di fronte all'intensificarsi dei combattimenti nel Paese vicino e al crescente flusso di rifugiati che rischia di sfuggire ad ogni controllo. Amman non smentisce l'adozione di restrizioni.


(Milano) – La Giordania teme il contagio della guerra civile in Siria e si blinda. Secondo fonti dell’opposizione siriana, le autorità di Amman avrebbero infatti deciso di chiudere il confine, di fronte all’intensificarsi dei combattimenti nel Paese vicino e al crescente flusso di rifugiati che rischia di sfuggire ad ogni controllo. Il governo del Regno Hashemita ha confermato che sta adottando restrizioni sull’ingresso dei siriani, spiegando che si tratta di misure di sicurezza. Il ministro degli Esteri, Nasser Judeh, aveva nei giorni scorsi rivendicato il diritto della Giordania a difendere i propri interessi nazionali ed aveva anche accennato al fatto che tra i profughi cominciavano ad esserci troppi sciiti e fedeli del presidente siriano Bashar al-Assad. Negli ultimi 15 mesi, la Giordania ha accolto 120 mila rifugiati dalla Siria, ma, con il precipitare della situazione, la cifra potrebbe rapidamente raddoppiare, con il rischio di riprodurre il violento regolamento di conti tra sunniti e alawiti all’interno del territorio giordano.

Già ora – secondo quanto riferiscono alcuni attivisti – i siriani che lasciano la Giordania non hanno più la possibilità di rientrarvi, anche a dispetto di uno status da profughi rilasciato a molti di loro dall’Acnur, l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite.

In particolare, l’esercito giordano ha bloccato completamente il confine nei pressi di Deraa, la città siriana ribelle da cui sono cominciate le proteste contro Assad e che è di fatto controllata di giorno dall’esercito regolare siriano e di notte dagli insorti.

I pericoli per la stabilità della Giordania non vengono però solo dai sommovimenti politici della regione, ma anche dalla sua crisi economica e sociale interna. Anche qui, il Regno Hashemita sta cercando di alzare le difese e di riposizionarsi con una sempre più stretta alleanza con le monarchie del Golfo. Lo scorso anno, senza troppi clamori, Amman ha inviato alcuni dei suoi reparti militari d’élite per aiutare le autorità del Bahrein a reprimere la rivolta degli sciiti locali. La ricompensa è arrivata proprio in questi giorni. Secondo quanto riferisce il ministero delle Finanze giordano, il Qatar ha erogato un prestito di un miliardo e 250 milioni di dollari per avviare immediati investimenti nel settore energetico e nelle infrastrutture. È un segnale incoraggiante per il Regno Hashemita che da tempo ha espresso il desiderio di poter entrare a far parte dell’esclusivo e ricco club del Consiglio del Golfo.

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