Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Una bussola per il nostro tempo

Giuseppe Caffulli
16 maggio 2012
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Qualche settimana fa le Edizioni Terra Santa hanno mandato in libreria un volumetto scritto da Alfredo Pizzuto, sacerdote senese appassionato conoscitore ed estimatore di papa Montini, intitolato Paolo VI in Terra Santa. Sulle orme di un pellegrino di eccezione.

L’uscita di questo libro, dedicato al primo viaggio di un Papa in Terra Santa (dal 4 al 6 gennaio 1964) è quanto mai azzeccata nell’imminenza del settimo Incontro mondiale delle famiglie, che si svolgerà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. E che vedrà la presenza del Santo Padre Benedetto XVI.

In occasione della sua visita in Galilea, Paolo VI pronunciò una catechesi memorabile sul tema della famiglia: «La casa di Nazaret è la scuola dove si comincia a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare. Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo. (…) Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato».

Nazaret, luogo del silenzio, «atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito», ci aiuta a comprendere il modo di vivere in famiglia. «Nazaret – sono ancora parole di Paolo VI – ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale. Infine impariamo la lezione del lavoro. (…) Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti».

Il tema dell’incontro mondiale di Milano ruota appunto attorno ai temi del lavoro e della festa. Lavoro come possibilità di cooperare al bene comune e all’edificazione di una società più giusta. Festa come capacità di rendere grazie di un dono, quello della vita prima di tutto, e quello degli affetti e delle buone relazioni.

Nazaret e il suo messaggio, «mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo» si conferma una bussola per gli uomini e le donne di ogni epoca e latitudine.

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