Mohamed Morsi, il candidato dei Fratelli Musulmani alle elezioni presidenziali egiziane del 23 e 24 maggio, risulterebbe il più votato secondo un primo parziale spoglio delle schede. Morsy avrebbe raggiunto almeno il 25 per cento dei consensi, seguito da Ahmed Shafiq, l'ultimo primo ministro del passato regime, che avrebbe ottenuto il 23 per cento dei suffragi.
(Milano/c.g.) – Mohamed Morsi, il candidato dei Fratelli Musulmani alle elezioni presidenziali egiziane del 23 e 24 maggio, risulterebbe il più votato secondo un primo parziale spoglio delle schede. Secondo il quotidiano Egypt Independent, che cita fonti dello stesso movimento dei Fratelli Musulmani, infatti, Morsi avrebbe raggiunto almeno il 25 per cento dei consensi, seguito da Ahmed Shafiq (l’ultimo primo ministro di Hosni Mubarak, personaggio idealmente leale all’esercito e in un certo modo legato al passato regime), che avrebbe ottenuto il 23 per cento dei voti. Se così fosse, Morsi e Shafiq dovrebbero sfidarsi per il ballottaggio, che si svolgerà il 16 e 17 giugno, e che designerà il primo presidente egiziano liberamente eletto della storia.
La vittoria di Morsi in questa prima tornata elettorale è tanto più eclatante se si considera il fatto che il candidato dei Fratelli Musulmani si è inserito in corsa in una competizione in cui altri candidati pronunciavano discorsi e incontravano simpatizzanti già da settimane. Infatti Morsi si è presentato agli elettori solo cinque settimane fa, a metà aprile, dovendo sostituire il più forte candidato della Fratellanza, Khairat al-Shater, che la Commissione elettorale aveva estromesso dalla competizione insieme con altri nove sfidanti.
D’altra parte, la posizione di Morsi rispetto a una più rigorosa applicazione della sharia (la legge islamica) in Egitto, potrebbe destare qualche preoccupazione, soprattutto nei governi occidentali. Egypt Independent riferisce che Morsi ha condotto la sua campagna elettorale pronunciando discorsi zeppi di citazioni del Corano e di detti del Profeta. Comizi che venivano interrotti comunemente da momenti di preghiera. Riuscendo così ad accreditare il candidato come un uomo affidabile tra decine di milioni di votanti musulmani, più o meno tradizionalisti.
Sempre secondo l’Egypt Independent, fonti del governo egiziano avrebbero confermato che i governatori di tutti i governatorati si dimetteranno, come l’attuale presidente Kamal al-Ganzouri, non appena sarà stato eletto il nuovo capo dello Stato. Ovvero fra circa un mese, considerando che i risultati definitivi delle elezioni saranno annunciati il 21 giugno.