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Profilo. L’egiziano Khairat el-Shater, candidato presidente

Carlo Giorgi
11 aprile 2012
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Profilo. L’egiziano Khairat el-Shater, candidato presidente
Khairat Saad Abdul-Latif el-Shater

Rigoroso tradizionalista dal punto di vista religioso, moderno e aperto al libero mercato dal punto di vista economico. Ma soprattutto ricchissimo. È questo, in estrema sintesi, il profilo di Khairat Saad Abdul-Latif el-Shater, il candidato scelto dai Fratelli Musulmani per concorrere alle elezioni presidenziali egiziane.


(Milano) – Rigoroso tradizionalista dal punto di vista religioso, moderno e aperto al libero mercato dal punto di vista economico. Ma soprattutto ricchissimo, avendo accumulato negli anni un patrimonio milionario utile oggi a finanziare le campagne elettorali dei Fratelli Musulmani egiziani. È questo, in estrema sintesi, il profilo di Khairat Saad Abdul-Latif el-Shater, il candidato scelto dal movimento islamista (e dal partito Libertà e giustizia, che ne è il braccio politico), per concorrere alle elezioni presidenziali egiziane, il cui primo turno si svolgerà il 23-24 maggio 2012.

I Fratelli Musulmani più radicali lo hanno già ribattezzato «il Mandela dell’Egitto», riferendosi ai dodici lunghi anni trascorsi da perseguitato, in prigione, durante il regime di Hosni Mubarak. Ma, secondo gli osservatori, l’ala moderata del movimento lo guarda con sospetto, temendo che il suo radicamento nella tradizione possa frenare le riforme di cui il Paese ha bisogno.

Khairat el Shater ha poco più di 60 anni, una moglie e dieci figli. Proviene da un’agiata famiglia di grandi mercanti del distretto di Dakahlia, a nord del Cairo. Si laurea ingegnere all’università di Alessandria, dove inizia anche la sua attività di attivista politico-religioso. Nel 1974 entra a far parte dei Fratelli Musulmani. Insegna alla facoltà di ingegneria dell’università di Mansoura dove nel 1981, a causa della sua attività di militante, riceve un decreto di espulsione da parte del presidente Anwar Sadat. Continua gli studi nel campo dell’arte, dell’Islam, della gestione aziendale e del marketing internazionale. Dall’81 all’87 el Shater si dedica al commercio internazionale, viaggiando per lavoro tra Europa e Paesi Arabi. Quando torna a stabilirsi in patria, fonda la compagnia informatica Salsabeel, che introduce – in modo pionieristico – i computer in Egitto e inizia a sviluppare software in lingua araba. Sono gli anni in cui cresce l’influenza di el Shater all’interno della Fratellanza Musulmana e, in parallelo, esplode il suo impero economico: l’imprenditore, negli anni, apre varie attività di produzione e commercio in campo alimentare, farmaceutico (l’azienda Hayah), elettronico (la Anwar), di vari generi di consumo. La sua influenza inizia seriamente a dar fastidio al regime, tanto che la Salsabeel viene chiusa ed el Shater ripetutamente imprigionato. Nel 2007 viene arrestato l’ultima volta e rimane in carcere fino a quando il Supremo consiglio delle forze armate egiziane lo libera, caduto Mubarak, nel marzo 2011.

Ikhwanweb, il sito della Fratellanza Musulmana, presenta el Shater come l’uomo giusto per il Paese, mai implicato in scandali di nessun tipo, in grado di dare avvio al nuovo rinascimento dell’Egitto; e porta come prova la sua eccezionale capacità di mantenere vivo l’impero economico e salda la famiglia, nonostante fosse costretto dietro le sbarre.

D’altra parte, l’opinione pubblica moderata egiziana vive la sua candidatura con una certa preoccupazione: il 9 aprile el Shater ha presentato ufficialmente il suo programma, intitolato Il Rinascimento dell’Egitto, la volontà del popolo, spiegando quali siano i suoi intendimenti: «Ogni progetto ha bisogno di un quadro di riferimento – avrebbe spiegato el Shater alla stampa –. In Occidente hanno adottato come quadro d’insieme il capitalismo, l’Unione Sovietica un tempo aveva adottato il comunismo; il nostro quadro d’insieme invece sarà l’Islam». Una scelta giustificata dal fatto che la maggioranza degli egiziani ha eletto candidati musulmani nel corso delle ultime elezioni. Secondo l’agenzia Reuters, el Shater avrebbe dichiarato senza mezzi termini che «la sharia (come fonte del diritto statuale – ndr) era e sarà sempre il mio primo e ultimo progetto e obiettivo».

Aggiornamento del 18 aprile 2012: La corsa di el-Shater per le presidenziali termina prima di cominciare. Il 14 aprile 2012 al Cairo una commissione incaricata di vagliare l’eleggibilità dei candidati dichiara la sua candidatura inammissibile, insieme a quelle di altri 9 contendenti. Respinto anche l’appello contro la decisione presentato da el-Shater. Nel suo caso l’impedimento sta nella fedina penale macchiata.

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