I negoziati bilaterali tra Santa Sede e Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) sono ancora aperti. L’ultimo faccia a faccia tra le delegazioni vaticana e palestinese si è svolto il 28 gennaio scorso a Ramallah, in Cisgiordania, in un clima positivo. Prossimo appuntamento in Vaticano. Nel frattempo i lavori proseguiranno a livello di tecnici.
(Milano/g.s.) – I negoziati bilaterali tra Santa Sede e Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) sono ancora aperti, anche se emergono all’attenzione delle cronache con minor frequenza di quelli in corso tra la Sede apostolica e lo Stato di Israele.
L’ultimo faccia a faccia tra le delegazioni vaticana e palestinese si è svolto il 28 gennaio scorso a Ramallah, in Cisgiordania, presso la presidenza dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp).
L’incontro è stato co-presieduto dal sottosegretario della Santa Sede per i rapporti con gli Stati, mons. Ettore Ballestrero, e dal ministro Ziad Al-Bandak, consigliere del presidente palestinese per le relazioni con i cristiani.
Il comunicato congiunto diffuso a fine lavori spiega che la delegazione palestinese ha consegnato alla controparte vaticana una risposta alla bozza di accordo che Roma aveva presentato in un precedente incontro. Si parla di atmosfera positiva e della volontà di rafforzare i già buoni rapporti. Le due delegazioni hanno concordato di costituire dei gruppi tecnici «per continuare il lavoro sulla base della bozza». L’appuntamento successivo, in un prossimo futuro non meglio precisato, avverrà in Vaticano.
Un analogo incontro si era già svolto, sempre a Ramallah, il 7 dicembre 2000. Anche allora si parlò di «atmosfera cordiale» e della volontà di conseguire «un accordo internazionale complessivo che regoli e promuova la presenza e le attività della Chiesa cattolica nei Territori Palestinesi».
Questi negoziati prendono le mosse dall’Accordo fondamentale tra la Santa Sede e l’Organizzazione di Liberazione della Palestina, firmato il 15 febbraio 2000.
È probabile che quest’ultima fase negoziale risponda anche all’obiettivo della dirigenza Anp di perseguire un nuovo protagonismo sui più vari fronti della scena diplomatica internazionale.