Talvolta si può trovare della farina assai buona nel sacco altrui, che nel caso dell’Islam coincide con l’eredità del vicino di casa con cui è e sarà sempre più necessario e vantaggioso interloquire. In questa direzione può ritenersi uno strumento assai valido questa Introduzione all’Islam di Paolo Branca testo divulgativo, ma che riflette un approccio sistematico alla materia.
«Rispose Satana: Io fui un angelo, prima, e con tutta l’anima mia percorsi il sentiero dell’adorazione. Ero confidente dei santi più pii, intimo compagno ero degli angeli che abitano presso il trono eccelso di Dio. Oh, come si può cancellare dal cuore la nostra missione prima? Come dal cuore potrà mai uscire il vero amore? (…) E la separazione, gravida della Sua ira, certo non è che un mezzo per meglio conoscere il valore dell’unione con Lui. Ed ora, in questi pochi giorni ch’egli mi tiene lontano, gli occhi miei rimangono fissi sempre sul Suo volto sublime! Strano è che da simile volto possa venire quest’ira… Ma io non guardo alla causa dell’ira, che è temporale, guardo solo alla Sua grazia eterna fuori dal tempo, e quel che è nel tempo io spezzo e distruggo… E anche in questo dolore assaporo il piacere di Lui: mi ha vinto, vinto, vinto».
In questi versi del grande mistico del XIII secolo al-Rūmī, che rivelano una delle descrizioni dell’amore verso Dio più potenti di ogni epoca, c’è la prova che talvolta si può trovare della farina assai buona nel sacco altrui, che nel caso dell’islam coincide con l’eredità del vicino di casa con cui è e sarà sempre più necessario e vantaggioso interloquire, di un numero sempre crescente di nuovi dirimpettai in Occidente e in Italia che potrebbero nascondere nei lineamenti il rigore razionale di un al-Ġazālī, l’ardore di un sufi o l’intransigenza di un Ahmad Ibn Hanbal.
In questa direzione può ritenersi uno strumento assai valido l’Introduzione all’Islam di Paolo Branca (ed. San Paolo) testo ancora divulgativo, ma che riflette un approccio sistematico alla materia, cita generosamente le fonti più importanti, ricostruisce le principali fasi evolutive e i diversi accenti della seconda religione più diffusa al mondo con grande attenzione verso l’humus culturale e politico in cui hanno operato Maometto e, nel corso dei secoli, i più celebri e influenti tra i suoi seguaci.
Queste caratteristiche, unite a puntuali rimandi bibliografici, mettono il lettore in possesso di una conoscenza dell’islam passato e presente certo non esaustiva, ma, per stare al titolo, «introduttiva» nel senso più pieno del termine, cioè tale da offrire un metodo valido per un successivo approfondimento personale che può rivolgere l’attenzione tanto ai primi passi di Maometto o ai fondamenti del suo credo, quanto dirigere lo sguardo verso la realtà musulmana odierna. Proprio quest’ultima, d’altra parte, deve essere riconsiderata a partire dalle sue complesse radici, perché non prevalga una visione sommaria della realtà, ridotta alla consueta disputa, tanto cara a molti media e ugualmente improduttiva, tra «buonisti» e profeti del conflitto tra civiltà. Come osserva lo stesso Branca: «Se infatti molti pregiudizi del passato contro l’Islam vanno lentamente scomparendo, non è confortante che il loro superamento consista spesso soltanto in effimeri entusiasmi o fuorvianti esotismi che ci portano a fare dell’“altro” non più un nemico, ma la mera proiezione dei nostri desideri, anziché costruirci di lui un’immagine nella quale egli possa finalmente riconoscersi».