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L’Egitto rischia la pulizia etnica?

Terrasanta.net
21 febbraio 2012
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Ad al–Almeriya, un distretto nel Delta del Nilo, si è forse consumato il primo atto di una nuova pulizia etnica contro i copti. Uno di loro, accusato di avere una relazione clandestina con una donna musulmana sposata, è stato allontanato dal villaggio insieme ai congiunti e ad altre famiglie copte che ne avevano preso le difese.


(Milano/l.b.) – Non ha bucato gli schermi né le prime pagine dei giornali. Tuttavia ad al–Almeriya, un distretto egiziano nel Delta del Nilo, si è probabilmente consumato il primo atto di una nuova, pericolosa, era. La pagina della pulizia etnica semi-ufficiale contro i copti. Tutto ha avuto inizio alcuni mesi fa, quando un copto, di professione sarto, è stato accusato di avere una relazione clandestina con una donna musulmana sposata. La vicenda si è presto incanalata in un copione ormai collaudato in Egitto: violenze e saccheggi contro le case cristiane da parte della maggioranza musulmana. Finché, il primo febbraio scorso, gli anziani del villaggio si sono riuniti nella sede delle forze di sicurezza locali ed hanno deciso, al fine di «riportare la pace» ad al-Almeriya, di espellere l’uomo, i suoi parenti e altre sei famiglie copte che avevano preso le sue difese.

Così è stato. I cristiani hanno dovuto vendere le proprie case e i beni e trasferirsi altrove, senza che la polizia muovesse un dito. La stampa locale ha mostrato scarso interesse per gli eventi del villaggio, quasi si trattasse di una procedura normale, tutto sommato accettabile. La notizia si è però sparsa tra la minoranza copta, materializzando i timori di espulsioni di massa per motivi religiosi. Gli attivisti dell’Unione dei giovani di Maspero (movimento nato in seguito alla strage di copti uccisi dalla forze di sicurezza durante una protesta il 9 ottobre scorso al Cairo) hanno indetto cortei e proteste nella capitale, e hanno chiesto al nuovo Parlamento, a maggioranza islamista, di prendere posizione. Finora senza risultati concreti. «Ciò che è successo ad al-Almeriya, è una macchia sul volto di una nazione e una macchia nella storia dell’umanità in quanto un uomo è stato costretto ad emigrare a causa della sua religione», si legge in un comunicato del movimento, ripreso da alcuni media, tra cui Bikiamasr.com.

Ad infiammare ancora di più gli animi, si è aggiunto un nuovo episodio di conversione e presunto rapimento, accaduto sempre nell’area del Delta del Nilo, stavolta nel distretto di Minya Qam. Una ragazzina cristiana di 16 anni, convertita di recente all’Islam, è scomparsa per alcuni giorni. I musulmani hanno accusato i copti di averla sequestrata e hanno appiccato il fuoco ad altre chiese e case cristiane. Poi l’adolescente è tornata dalla madre: si era trattato di una banale fuga d’amore. Ma nessuno ha chiesto scusa in un Egitto dove i rapporti sociali e religiosi tra maggioranza musulmana e minoranza cristiana si stanno pericolosamente avvicinando a un punto di rottura.

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