Il Libano inizia a prepararsi alle elezioni parlamentari del 2013, affrontando il tema cruciale di una nuova legge elettorale che possa meglio rappresentare le componenti sociali che compongono lo Stato. Il ruolo di stimolo del patriarca maronita Bechara Raï, che auspica il disarmo di Hezbollah e il ritiro di Israele dalle fattorie di Shebaa.
(Milano/c.g.) – Il Libano inizia a prepararsi alle elezioni parlamentari del 2013, affrontando un tema tanto cruciale quanto delicato: quello di una nuova legge elettorale che possa meglio rappresentare le diverse componenti sociali che compongono lo Stato. Martedì 31 gennaio, secondo il quotidiano libanese Daily Star, una delegazione di politici maroniti ha incontrato Mohammad Raad, capo politico di Hezbollah. Nel colloquio, sollecitato dalla Chiesa maronita, si sarebbe discusso della struttura dello Stato e del mantenimento del Libano in una posizione di neutralità, all’interno dello scacchiere del Medio Oriente. La delegazione di politici maroniti comprendeva sia politici cristiani dell’Alleanza 8 marzo, ora al governo (come Alain Aoun e Youssef Saade del Movimento patriottico libero, alleato di Hezbollah), sia politici cristiani dell’Alleanza 14 marzo, all’opposizione (come Boutros Harb, George Adwan della Forza libanese, Sami Gemayel della Falange libanese e Ziyad Baroud del Movimento di rinnovamento democratico).
La composizione della società libanese è molto cambiata da quando, nel 1943 è stata proclamata in Libano la repubblica: se all’inizio del ventesimo secolo i cristiani libanesi erano i due terzi della popolazione, dopo la seconda guerra mondiale, una massiccia emigrazione (incoraggiata delle guerre con Israele, della guerra civile, delle occupazioni militari siriana e israeliana) ha fatto scendere la loro presenza nel Paese a solo un terzo della popolazione. La discussione condivisa su una nuova forma di rappresentanza nelle istituzioni dello Stato e su una nuova legge elettorale, accettata pacificamente da tutti, cristiani maroniti, sciiti e sunniti, potrebbe essere lo strumento per evitare in futuro pericolose tensioni e scontri.
I parlamentari che hanno preso parte all’incontro hanno riferito ai giornalisti che i colloqui sono partiti dalle preoccupazioni presentate dalla Chiesa maronita durante precedenti incontri con Hezbollah. Il patriarca Bechara Raï ha detto che questi incontri cercano anche di mettere in luce il messaggio di coesistenza che il Libano costituisce in sé stesso, per il mondo arabo. Raï, continua il Daily Star, ha poi chiesto alla comunità internazionale di fare pressioni su Israele perché rispetti le risoluzioni Onu che riguardano Israele stessa e il Libano; in particolare, ha ricordato che il ritiro dell’esercito israeliano dalle cosiddette «fattorie di Shebaa» – che il Libano continua a rivendicare come proprie – toglierebbe a Hezbollah la giustificazione della difesa del territorio libanese, che consente al movimento sciita di non deporre le armi.