I media israeliani e arabi riferiscono che questa mattina il cittadino palestinese Khader Adnan, detenuto dai servizi di sicurezza israeliani per la sua militanza nell'organizzazione del Jihad islamico, ha accettato di porre fine al digiuno iniziato 66 giorni fa e che lo ha condotto alle soglie della morte.
(Milano/g.s.) – I media israeliani e arabi riferiscono che questa mattina il cittadino palestinese Khader Adnan, detenuto dai servizi di sicurezza israeliani per la sua militanza nell’organizzazione del Jihad islamico, ha accettato di porre fine allo sciopero della fame iniziato 66 giorni fa e che lo ha condotto alle soglie della morte.
In base a un accordo tra i suoi legali e le autorità israeliane l’uomo resterà in detenzione amministrativa fino al 17 aprile, ma il provvedimento di fermo non verrà prorogato in assenza di formali e precise imputazioni. Quest’oggi la Corte suprema israeliana avrebbe pronunciarsi sul caso, ma gli sviluppi della mattinata hanno indotto i giudici a soprassedere.
Khader Adnan era stato prelevato nottetempo dalla sua abitazione di Jenin, in Cisgiordania, il 17 dicembre scorso dalle forze di sicurezza israeliane. L’uomo ha già subito altri fermi del genere in passato e questa volta ha deciso di protestare col digiuno a oltranza. In suo favore sono state indette manifestazioni in tutti i Territori Palestinesi.