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Dal Golfo (forse) una stampella per Amman

Terrasanta.net
2 gennaio 2012
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Dal Golfo (forse) una stampella per Amman
Il ministro degli Esteri giordano Nasser Judeh.

Potrebbe arrivare un maxi-finanziamento di 5 miliardi di dollari alla Giordania, da parte dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), organizzazione che raggruppa i Paesi produttori di petrolio della penisola arabica. Lo rivela il quotidiano libanese Daily Star, riportando un’intervista a Nasser Judeh, ministro degli Esteri giordano.


(Milano/c.g.) – Forse in arrivo un maxi-finanziamento di 5 miliardi di dollari ad Amman, da parte dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), organizzazione che raggruppa i regni produttori di petrolio della penisola arabica (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrain, Qatar e Oman). Lo rivela il quotidiano libanese Daily Star, riportando un’intervista a Nasser Judeh, ministro degli Esteri della Giordania, al termine di due giorni di colloqui svoltisi prima di Natale a Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita.

Il maxi-finanziamento delle grandi monarchie arabe potrebbe aiutare in modo importante l’economia giordana, rendendo più solido – in un periodo di grandi rivolgimenti politici – il governo di re Abdullah II. Nonostante se ne parli poco, infatti, anche in Giordania continuano le manifestazioni volte a chiedere maggiori riforme. L’ultima è avvenuta proprio lo scorso 30 dicembre, al termine della preghiera del venerdì. Come racconta il Jordan Times – quotidiano di Amman in lingua inglese – oltre 5 mila manifestanti, appartenenti a movimenti politici di stampo islamista, hanno marciato nella capitale, chiedendo nuove riforme e protestando per l’attacco sferrato contro una manifestazione dei Fratelli musulmani, la settimana precedente nella città orientale di Mafraq. Attacco conclusosi con l’incendio, secondo i manifestanti appiccato dai servizi di sicurezza, nella sede locale del Fronte d’azione islamico.

Da diversi mesi re Abdullah sta tentando di rafforzare la sua posizione stringendo un’alleanza proprio con le ricche monarchie del Ccg. A maggio, la Giordania ha presentato la richiesta per diventare membro di quel Consiglio e nei mesi successivi si sono susseguiti incontri e colloqui tecnici per studiare le modalità dell’ingresso (ad oggi non ancora avvenuto). E proprio il primo gennaio la Giordania ha annunciato di aver avviato un piano di cooperazione militare con il Kuwait.

L’intervento del Ccg nell’area mediorientale sembra divenire sempre più concreto e influente: il 31 dicembre il Ccg ha infatti annunciato l’invio di 25 propri osservatori in Siria. Insieme ad altri 22 osservatori dell’Iraq, vanno ad aggiungersi agli osservatori della Lega Araba al lavoro nel Paese per verificare l’attuazione del piano di pace definito dalla Lega. Fino ad oggi, la presenza degli osservatori in Siria non è valso a fermare gli scontri e l’opera di repressione da parte del regime.

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