Nel corso della Sedicesima seduta pubblica delle Accademie Pontificie, svoltasi ieri in Vaticano, un messaggio del Papa ha sottolineato l'importanza delle indagini archeologiche in Terra Santa. Riconosciuto pubblicamente il ruolo essenziale svolto fin qui dagli esperti dello Studium Biblicum Franciscanum. La soddisfazione del decano fra Massimo Pazzini.
(Milano/g.s.) – Nel corso della Sedicesima seduta pubblica delle Pontificie Accademie ecclesiastiche, svoltasi ieri in Vaticano con tema «Testimonianze e Testimoni. I martyria e i campioni della fede», è stato assegnato un riconoscimento allo Studium Biblicum Franciscanum (Sbf), premiato ex aequo insieme con Daria Mastrorilli.
Nel messaggio indirizzato dal Papa al card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura e «regista» della seduta pubblica, Benedetto XVI ha rimarcato l’importanza dell’indagine archeologica, in particolare «quando si studiano i monumenti cristiani, e particolarmente i martyria, le testimonianze archeologiche e monumentali che attestano il culto della comunità cristiana per un campione della fede, per un martire».
«Tra i tanti siti archeologici in cui emergono i segni della presenza cristiana – si legge nel testo del Pontefice –, uno eccelle su tutti e suscita un singolare interesse: la Terra Santa, con le diverse località in cui si è concentrata l’attività di ricerca archeologica. Il territorio, già fortemente segnato dalla presenza del popolo di Israele, diviene anche l’ambito per eccellenza in cui ricercare i segni della presenza storica di Cristo e della prima comunità dei suoi discepoli. L’attività di indagine archeologica svolta negli ultimi decenni in Terra Santa, grazie all’impegno di grandi e appassionati ricercatori, come ad esempio padre Bagatti, padre Corbo e il compianto padre Piccirillo, recentemente scomparso, ha portato a notevolissime scoperte e acquisizioni, contribuendo così a definire sempre meglio le coordinate storico-geografiche sia della presenza giudaica sia di quella cristiana».
L’esplicito riferimento agli archeologi francescani Bellarmino Bagatti (1905-1990), Virgilio Corbo (1918-1991) e Michele Piccirillo (1944-2008) ha riempito di gioia fra Massimo Pazzini, neo decano della facoltà di Scienze bibliche e archeologia della Pontificia Università Antonianum. «Il Premio delle Accademie Pontificie – ha spiegato questa mattina a Terrasanta.net – rappresenta per noi la conferma che stiamo procedendo sulle orme dei nostri predecessori. Si parlava di radici… Devo dire che sono rimasto molto soddisfatto da questa citazione, presente sia nel messaggio del Papa al cardinale Ravasi, sia nel saluto dello stesso cardinale. Il rimando all’operato dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e di alcuni suoi professori suscita sentimenti di gratitudine e ci spinge a guardare al futuro con animo positivo. Il nostro impegno è di continuare sulla strada tracciata da chi ci ha preceduto e a preparare altre persone degne di loro».
Personalità come Bagatti e Corbo, ma anche Piccirillo, possono essere considerate dei veri e propri pionieri. Oggi le ricerche archeologiche in Terra Santa, e in particolare nel territorio di Israele, sono entrate in una nuova stagione: molti e ben attrezzati sono gli esperti al lavoro sul campo. Quale ruolo può svolgere in tale contesto l’Sbf? Risponde Pazzini: «Direi che in buona parte possiamo collaborare alle ricerche in atto. Le faccio un esempio. Noi ci occupiamo di archeologia cristiana, indaghiamo sulle vestigia cristiane e sui ruderi delle chiese in Terra Santa, cioè tutto quello che riguarda le antiche comunità ecclesiali e la loro presenza in Terra Santa. Ebbene, quando ne troviamo di nuove le pubblichiamo. Ma ci sono anche vari ricercatori israeliani che lavorano in questo ambito e pubblicano da noi gli esiti delle loro scoperte. La ricerca è in continuo divenire. Un professore emerito dell’Università di Tel Aviv, Asher Ovadiah, che discusse la sua tesi di laurea negli anni Settanta, all’epoca stilò un catalogo delle chiese antiche (di cui si avevano tracce nella regione): se ne contavano poco più di 200. Ebbene, il prof. Ovadiah, che collabora con il nostro istituto e pubblica sulla nostra rivista Liber Annuus, mi diceva nei giorni scorsi che da allora ad oggi il numero è raddoppiato…».
«L’attività accademica dell’Sbf – conclude il decano – si rivolge a tutti, ma i nostri studenti ordinari sono coloro che domani saranno docenti di Sacra Scrittura e di Esegesi nelle università ecclesiastiche in giro per il mondo. Sono persone interessate a conoscere la Parola di Dio nelle lingue originali e poi trasmetterla ai loro studenti. È nostro intento anche formare buoni pastori in grado di fare una buona esegesi durante le omelie».
Alla seduta pubblica delle Accademie Pontificie erano presenti, tra il pubblico, anche vari cardinali e vescovi, ambasciatori presso la Santa Sede, accademici e professori.
Alla dottoressa Daria Mastrorilli il Premio è stato attribuito ex aequo per i suoi studi presso l’università La Sapienza, di Roma. In particolare, la studiosa ha dedicato la propria tesi dottorale al culto dei martiri Zotico, Ireneo e Amanzio, indagando il cimitero omonimo posto al X Miglio della via Labicana. La Mastrorilli ha inoltre conseguito, sempre alla Sapienza, il Diploma di specializzazione in Archeologia tardoantica e medievale, e la licenza in Archeologia cristiana presso il Pontificio istituto di Archeologia cristiana.
A Cecilia Proverbio è andata invece la Medaglia del Pontificato per una tesi dottorale — discussa all’università di Roma Tre — sull’apparato iconografico delle basiliche paleocristiane di Roma (San Pietro e San Paolo fuori le mura, in particolare).