Quando a Nazaret molte guide di Terra Santa raccontano l’episodio dell’annunciazione di Maria alla Fontana, citano il testo del Protovangelo di Giacomo che localizza appunto la prima apparizione dell’angelo alla cosiddetta Fontana della Vergine. Nel museo di Nazaret, per spiegare alcuni capitelli medievali, si ricorre spesso agli apocrifi. Nel Medioevo la Leggenda aurea del Vergine era ben nota e molte sculture delle cattedrali si spiegano proprio alla luce della letteratura apocrifa. Visitando la chiesa della Santa Famiglia la mente va all’apocrifo La storia di Giuseppe il falegname. Quando a Gerusalemme si menziona la tomba di Adamo sotto il Calvario, ci si riferisce al Combattimento di Adamo e alla Grotta dei tesori. Quando, nella valle del Cedron, si spiega l’icona della Dormizione, è inevitabile riferirsi all’apocrifo della Dormizione di Maria. Infine, per illustrare le fasi successive nell’edificazione del Tempio, alcuni menzionano il Testamento di Salomone.
La letteratura apocrifa contiene insomma una miniera di spunti. Mentre ci si avvicina al Natale (molti di questi testi sono infatti dedicati alla nascita e all’infanzia di Gesù), vale allora la pena di raccontare che cosa sono i Vangeli apocrifi, perché furono scritti, quali le differenze con i Vangeli canonici, qual è il loro genere letterario e con quale chiave interpretativa vanno letti.
(Il testo proposto è l’Introduzione del Dossier centrale dell’edizione su carta del bimestrale Terrasanta)
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