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La terra della Promessa. Un documentario fotografico

Terrasanta.net
30 novembre 2011
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Il carmelitano Girolamo Salvatico (classe 1924) è un appassionato di Terra Santa e di fotografia. Da tale duplice passione nasce questo libro. L’Autore ha percorso in lungo e in largo la regione collezionando immagini di paesaggi umani e naturali, vestigia archeologiche e santuari. Il volume, riccamente illustrato, è come un viaggio da nord a sud attraverso Israele, i Territori Palestinesi, il Sinai egiziano e la Giordania.


Il carmelitano padre Girolamo Salvatico (classe 1924) è un appassionato di Terra Santa e di fotografia. Da tale duplice passione nasce questo libro (fratello minore di un’analoga opera pubblicata sempre dall’editrice Velar, in collaborazione con Elledici, alcuni anni fa). L’Autore ha percorso in lungo e in largo Israele e Palestina collezionando immagini di paesaggi umani e naturali, di vestigia archeologiche e santuari. Tutti scatti poi confluiti in varie pubblicazioni, in primo luogo quelle dedicate alla presenza carmelitana in Terra Santa.

Il volume, su carta patinata e riccamente illustrato, è organizzato come un viaggio da nord verso sud attraverso Israele, i Territori Palestinesi, il Sinai egiziano e la Giordania. Punto di partenza «inevitabile» è il Monte Carmelo. Scrive padre Girolamo dischiudendo l’opera al lettore: «Mi sono immaginato, da carmelitano qual sono, di partire dalla terra in cui è nato il mio Ordine – il Monte Carmelo – e di ripercorrere un po’ tutta la Terra Santa nei luoghi che più hanno segnato la storia del popolo eletto, fino a incontrare sulle soglie del Sinai (a Elim) questo popolo di Dio proveniente dall’Esodo, dall’Egitto, e di qui accompagnarlo fino al passaggio del Giordano e a Galgala (di Gerico), dove finalmente tocca la Terra Promessa e ne mangia i primi frutti. E approfitto di questo viaggio immaginario per raccontare ai lettori molte delle storie in cui il popolo ebraico è stato coinvolto, di modo che, quando lo incontreremo alle porte del Sinai, non sia più uno sconosciuto ma, diventato familiare, sia come un fratello da tanto tempo lontano e ritrovato, e il nostro incontro sia come riabbracciare antenati di cui avevamo perso la memoria».

In realtà non si pensi di dover fare, accostando queste pagine, un tuffo nella storia o nell’archeologia. Già da sole le molte foto di questo ricco volume narrano il presente dei popoli di quelle terre, pur non soffermandosi sugli aspetti di sofferenza che le affliggono e prescindendo da ogni considerazione d’ordine geopolitico. I brevi testi che corredano le immagini valgono a renderle più intelligibili anche ai molti che laggiù non hanno mai messo piede e ad alimentare, forse, quel «mal di Terra Santa» che, per sua stessa ammissione, avvince il carmelitano autore di quest’opera. (g.s.)

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