A Roma è in corso, presso l'Auditorium della Pontificia Università Antonianum, la giornata celebrativa dei 90 anni della rivista Terrasanta. Attento e qualificato il pubblico intervenuto. La prima parte della mattinata è stata dedicata al tema dell'archeologia francescana in Terra Santa. Interventi dei professori Danilo Mazzoleni e Giovanni Claudio Bottini.
(Roma/c.g.) – Si è aperta con un piccolo, seppur piacevole inconveniente tecnico, la giornata di celebrazione dei 90 anni della rivista Terrasanta, che si svolge a Roma oggi, presso l’Auditorium della Pontificia Università Antonianum. La sala allestita per il convegno, infatti, si è rivelata insufficiente per ospitare tutti i partecipanti all’incontro e, tra il primo e il secondo panel, relatori e pubblico si sono dovuti spostare nella più capiente sala San Francesco dell’Auditorium, capace di ospitare oltre cento persone.
«Ci scusiamo per avere peccato di poca fede – ha commentato scherzando padre Giuseppe Ferrari, delegato per l’Italia della Custodia di Terra Santa, aprendo i lavori – e vi ringraziamo della fiducia che ponete nel nostro lavoro e che ci colpisce molto».
La prima parte della mattinata era dedicata al tema «Terra Santa e archeologia. La rivista Terrasanta come voce dell’archeologia biblica». Ha aperto gli interventi il professor Danilo Mazzoleni, decano del Pontificio istituto di archeologia cristiana e docente di archeologia cristiana alla facoltà di Lettere dell’Università di Roma Tre. Mazzoleni ha sottolineato il ruolo essenziale della rivista come strumento di informazione e approfondimento sulle scoperte archeologiche in Terra Santa. «È importante sottolineare che questo avviene fin dal primo numero, nel 1921 -ha spiegato Mazzoleni -, quando viene pubblicato un articolo sulla chiesa nel luogo del Getsemani, scritto in un linguaggio e con un’attenzione ai particolari capace di conciliare scientificità e divulgazione, modalità che rimarrà lo stile della rivista».
Mazzoleni ha poi presentato, annata dopo annata, il contributo in fatto di divulgazione archeologica di Terrasanta, confessando di esserne stato lui stesso un lettore interessato, negli anni dei suoi studi universitari. Fra Giovanni Claudio Bottini, decano dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme è poi intervenuto per ricordare la figura di padre Virgilio Corbo, archeologo della Custodia di Terra Santa, di cui si celebra quest’anno il ventennale della morte. Salutando una delegazione di concittadini di padre Corbo, arrivati apposta da Avigliana, in Basilicata, padre Bottini ha ripercorso la vita personale e professionale di fra Virgilio, tra aneddoti e ricordi, soffermandosi sul grande contributo offerto dal Corbo in particolare per gli scavi di Cafarnao, con l’emersione e la messa in sicurezza dei resti della casa di Pietro, che tutti i pellegrini del mondo possono oggi finalmente ammirare soprattutto grazie al lavoro tenace e paziente del compianto archeologo francescano.
Contrariamente a quanto previsto, il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, non può presenziare al convegno perché ha dovuto trattenersi al convento di Montefalco, dove era giunto ieri pomeriggio, scoprendo l’improvvisa morte del suo predecessore, fra Giovanni Battistelli, avvenuta solo pochi istanti prima.