(Milano) – Un ponte di 32 chilometri di lunghezza, pensato e progettato per rafforzare i legami economici tra Arabia Saudita da una parte, Egitto dall’altra. Sarà uno degli argomenti principali del prossimo Saudi-Egyptian Business Council (il forum che raggruppa gli operatori economici e le camere di commercio di Egitto e Arabia Saudita) che si terrà il 13 agosto a Jeddah. Il ponte taglierà in due il Golfo di Aqaba, sul Mar Rosso, da Ras Hamid (sulla sponda saudita) a Ras Nassrani, non lontano da Sharm El Sheikh, sulla sponda egiziana. Si calcola che, per costruirlo, occorreranno almeno tre anni di lavori. Ma la sua realizzazione è ritenuta fondamentale per implementare gli scambi economici tra il Medio Oriente e il Nord-Africa.
L’impegno a discutere del progetto del nuovo ponte al forum di Jeddah, il primo dell’era post-Mubarak, assume oggi un doppio significato: da una parte vuole essere un segnale di dinamismo e apertura da parte della nuova dirigenza egiziana uscita dalla rivoluzione del 25 gennaio, dall’altra rappresenta il tentativo di superare il «blocco» che il conflitto israeliano-palestinese pone all’economia del Medio Oriente, rendendo problematici, quando non impossibili, gli scambi commerciali via terra tra alcuni Stata arabi. Tra le altre cose, il ponte, oltre ad aprire opportunità di lavoro per molti egiziani in Arabia Saudita, offrirà ad un grande numero di musulmani la possibilità di recarsi in pellegrinaggio alla Mecca, senza sobbarcarsi il costo di un biglietto aereo (e attraversando il Mar Rosso in 22 minuti).
Le relazioni economiche tra Arabia Saudita ed Egitto sono decisamente solide. Gli investimenti sauditi in Egitto superano oggi i 10 miliardi di dollari; gli scambi commerciali tra i due Paesi, nel 2010, sono stati di oltre 3 miliardi e mezzo di dollari.