Ogni mese, dall’aeroporto Valerio Catullo di Verona si alzano in volo decine di charter: destinazione Terra Santa. In parte si tratta di aerei stipati di turisti affascinati dal Medio Oriente. In parte, però, si tratta pellegrini; gli ultimi di una lunga fila in cammino, fin dai primi secoli del cristianesimo, verso i luoghi che per primo hanno conosciuto l’annuncio della Salvezza. «Il nostro territorio vanta un legame millenario con la Terra Santa – racconta don Raimondo Sinibaldi, direttore dell’Ufficio Diocesano Pellegrinaggi di Vicenza -. Ed è un fatto che anche negli ultimi decenni, a partire dal primo dopo guerra, il numero dei pellegrini della nostra diocesi sia andato via via aumentando».
La risposta della Chiesa di Vicenza a questa crescita di interesse dei suoi fedeli, è stata la creazione di un ufficio pellegrinaggi ben organizzato e generoso di iniziative. Vi lavorano quattro persone con compiti di segreteria e un’équipe di una decina di volontari (tra cui un francescano, alcuni sacerdoti guide di Terra Santa, un esperto del cammino di Santiago e un esperto della via Francigena), con l’obiettivo di proporre pellegrinaggi utili alla vita della chiesa locale: «Noi non facciamo turismo religioso e il nostro non è un ufficio che organizza viaggi – ci tiene a precisare don Raimondo-: la nostra idea, invece, è che ogni pellegrinaggio debba avere una valenza pastorale e possa toccare profondamente la vita di chi lo fa. I Luoghi Santi hanno il dono di interpellare esistenzialmente ciascun pellegrino e visitarli è un’occasione unica di nuova evangelizzazione. È in questa prospettiva che lavoriamo».
Se una parrocchia decide di organizzare un pellegrinaggio, l’ufficio di don Raimondo innanzitutto spiega l’importanza di questo gesto: «Al di là del numero dei partecipanti, tutta la comunità deve sentirsi in cammino – spiega don Raimondo -. Noi chiediamo sempre alla parrocchia di scegliere un’iniziativa da sostenere in Terra Santa. I pellegrini che partono, porteranno l’offerta di tutti. E, tornando, sono tenuti a restituire a tutti la loro testimonianza».
Non è raro che i pellegrini di Vicenza visitino religiosi della propria regione che, vivendo in Terra Santa, costituiscono un vero e proprio ponte con Gerusalemme. Ad esempio, suor Lucia Corradin che da tanti anni lavora al Caritas Baby Hospital di Betlemme ed è appunto vicentina. Oppure le Suore maestre di Santa Dorotea, figlie dei Sacri Cuori, una congregazione di religiose originaria di Vicenza che conta opere di educazione e carità in Giordania, Israele, Palestina e Siria. A Vicenza poi, l’Ufficio Pellegrinaggi propone incontri di approfondimento e ogni quattro mesi pubblica un inserto di otto pagine sul giornale diocesano. Ha lanciato anche un programma di mini-pellegrinaggi di un giorno, per scoprire la presenza della Terra Santa nel Nord-Est. Inoltre, collabora con le edizioni italiane della Custodia: tutti i pellegrini di ritorno da Gerusalemme, infatti, vengono abbonati a Terrasanta, la rivista della Custodia. Mentre lo scorso mese di maggio l’ufficio pellegrinaggi ha ospitato la mostra Abana, Padre Nostro, sui cristiani del Medio Oriente.
Tra le iniziative dell’Ufficio c’è anche una scommessa editoriale. Un’équipe guidata da don Raimondo cura infatti, per le edizioni Messaggero di Padova, la collana dal titolo Bibbia e Terra Santa: libri di divulgazione, che permettono di leggere il Vecchio e il Nuovo testamento alla luce delle scoperte archeologiche. Come i testi sul monte Sinai dell’antropologo Emmanuel Anati, o il volume dal titolo La Bibbia nella sua Terra, del domenicano francese Jacques Fontain, precursore del metodo di lettura itinerante della Bibbia nei luoghi narrati dalla Sacra Scrittura.