Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Biblioteca Alexandrina: la culla del sapere

Giuseppe Caffulli
19 luglio 2011
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Tra le mete da tenere presenti se si intende programmare una visita in Egitto (oltre agli splendori della civiltà faraonica e alle testimonianze del cristianesimo dei primo secoli), c’è sicuramente la Biblioteca di Alessandria, un nuovo, moderno edificio che si affaccia sul bacino del porto vecchio.


Tra le mete da tenere presenti se si intende programmare una visita in Egitto (oltre agli splendori della civiltà faraonica e alle testimonianze del cristianesimo dei primo secoli), c’è sicuramente la Biblioteca di Alessandria, un nuovo, moderno edificio che si affaccia sul bacino del porto vecchio, in un’area che ospita oggi università e istituti di ricerca. Inaugurata nell’ottobre 2002, la moderna biblioteca sorge sull’area che ospitò la più grande e più ricca biblioteca del mondo antico, distrutta (probabilmente da un incendio) tra il 270 e il 400 d.C. In quella che molti storici considerano tra le maggiori tragedie dell’umanità andarono perdute per sempre opere di importanti autori e filosofi.

Alessandria (secondo lo storico greco Lucio Flavio Arriano fondata dallo stesso Alessandro Magno), fu per tutta l’antichità una delle città culturalmente più vivaci del Mediterraneo. Era presente in città una numerosa comunità ebraica (fu qui che la Bibbia venne tradotta in greco nella versione conosciuta come dei «Settanta»). Non meno importanti, culturalmente ed economicamente, erano le comunità greco-macedoni ed egiziane. La biblioteca antica, fondata dalla dinastia greco-egizia dei Tolomei, venne costruita attornio al III secolo a.C. e divenne ben presto uno dei fari della cultura ellenistica del tempo in tutto il Mediterraneo. Si ritiene che i suoi scaffali, frequentati da filosofi, grammatici e retori provenienti da tutto il mondo allora conosciuto, siano arrivati a contenere oltre 700 mila rotoli.

Il governo egiziano, in collaborazione con l’Unesco e grazie all’apporto di diversi Paesi (la fase di progettazione dell’edificio è stata curata in Norvegia dall’architetto Craig Dykers) ha potuto, a partire dalla metà degli anni Novanta, mettere mano all’impresa (titanica) di ricostruire la biblioteca. Oggi l’avveniristico edificio, a forma di un cilindro tagliato in diagonale, racchiude due musei, un centro congressi, sale per esposizioni e la sala di lettura più ampia del mondo. Il corpo monolitico dell’edificio principale raggiunge i trentadue metri d’altezza; è rivestito in granito grezzo e reca incisi ideogrammi tratti dagli alfabeti antichi e moderni di tutte le lingue del mondo. La struttura in acciaio che sorregge la copertura è composta da una fitta trama di schermi in alluminio che sostengono a loro volta uno speciale doppio vetro antiriflesso.

Il patrimonio librario custodito negli scaffali dovrebbe superare attualmente gli 800 mila volumi, molti consultabili online. Secondo stime non ufficiali, l’edificio sarebbe costato nel suo complesso circa 250 milioni di dollari. L’Italia ha fornito un laboratorio per la conservazione e il restauro dei testi, e ha donato 2.500 riproduzioni su microfilm di antichi manoscritti islamici.

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