Ogni anno circa 1.500 coppie israeliane si sposano a Cipro con rito civile. Il fenomeno, che rappresenta una risorsa di non poco conto per l’industria turistica cipriota, è andato consolidandosi a partire dal 1987, in concomitanza con l’immigrazione verso Israele di ebrei, e loro congiunti non ebrei, dai Paesi est-europei del blocco sovietico.
(Milano/g.s.) – Per quanto la società israeliana sia, per molti versi, caratterizzata da un sentire comune di tipo occidentale, lo Stato di Israele nella sua legislazione include norme che si distanziano, in alcune materie, da quelle vigenti nelle democrazie d’Occidente. Il matrimonio è un caso tipico. Una coppia di fidanzati può sposarsi solo davanti all’autorità religiosa, ebraica, musulmana o cristiana che sia. È un retaggio che Israele ha ereditato, come altri Stati della regione, dalla legislazione vigente in quelle terre quando erano soggette all’Impero Ottomano. Il sultano di Costantinopoli consentiva alle minoranze etnico-religiose (millet) di applicare ai loro membri norme proprie nell’ambito del diritto di famiglia e delle successioni. Un’impostazione, non invisa ai rabbini, che la legislazione israeliana ha recepito, non prevedendo per le nozze alcuna forma di rito civile.
A chi non fosse praticante, o per qualunque altra ragione non volesse o potesse suggellare il patto nuziale davanti a un religioso, è concessa però una scappatoia. Pur non incoraggiandoli, il ministero dell’Interno riconosce come validi, e registra, i matrimoni civili celebrati all’estero. È così che Larnaca, città sulla costa meridionale di Cipro e sede del principale aeroporto internazionale dell’isola, è diventata un punto di riferimento per molti nubendi israeliani (o espatriati residenti in Israele). La destinazione è molto accessibile: situata a solo un’ora di volo da Tel Aviv, non richiede visti d’ingresso; è fornita di alberghi per tutte le tasche; le incombenze burocratiche per contrare il matrimonio civile sono abbastanza semplificate.
Così ogni anno circa 1.500 coppie israeliane si sposano a Cipro. Il fenomeno, che rappresenta una risorsa di non poco conto per l’industria turistica cipriota, è andato consolidandosi a partire dal 1987, in concomitanza con l’immigrazione verso Israele di ebrei, e loro congiunti non ebrei, dai Paesi est-europei del blocco sovietico. Per molti di loro è impossibile passare attraverso le strette maglie delle norme rabbiniche ortodosse in materia di matrimonio – soprattutto quando non sono certe le proprie ascendenze ebraiche o se si ha in animo di sposare un coniuge non ebreo – e quindi non resta altra strada da percorrere che quella delle nozze civili.
Intorno a queste esigenze sia a Cipro sia in Israele è nato un vero e proprio giro d’affari con agenzie che si specializzano nell’offrire tutti i servizi necessari a questo «turismo nuziale». Si registrano così anche iniziative volte a captare l’attenzione e farsi pubblicità. Rientra fra queste un rito collettivo di matrimonio celebrato a Larnaca il 17 giugno scorso. L’intento era che vi prendessero parte 170 coppie, così da potersi guadagnare una menzione nel Guinness dei primati. Alla fine, però, non tutti si sono presentati davanti al sindaco di Larnaca, Andreas Moyseos. Così il precedente record (163) è rimasto imbattuto.