Vi è un dramma segreto a Gerusalemme Est, un effetto collaterale di decenni di occupazione. Nella parte palestinese della città santa vi è una delle più alte concentrazioni al mondo di spaccio e uso di droga: sono oltre seimila i tossicodipendenti che devono ricorrere a dosi quotidiane, pari al 2,5 per cento della popolazione araba locale.
(Milano) – Vi è un dramma segreto a Gerusalemme Est, un effetto collaterale di decenni di occupazione. Nella parte palestinese della città santa vi è una delle più alte concentrazioni al mondo di spaccio e uso di droga: sono oltre seimila i tossicodipendenti che devono ricorrere a dosi quotidiane, pari al 2,5 per cento della popolazione araba locale. Per fare un paragone, la percentuale internazionale si attesta sullo 0,4 per cento. Altre 20 mila persone si drogano saltuariamente. Sono le cifre che riferisce a Terrasanta.net l’Old City Counseling Center (Occc), un centro specializzato della Caritas nella città vecchia di Gerusalemme.
Si tratta di cifre che tuttavia non rendono il quadro completo della situazione, perchè riguardano solo chi si dichiara tossicodipendente e solo la popolazione maschile. La diffusione della droga tra le donne, un fenomeno che si intreccia spesso con la prostituzione, è un tabù nel tabù. Del problema droga, infatti, le autorità palestinesi non amano parlare, considerandolo una macchia che offusca l’immagine di un popolo in lotta per la propria indipendenza. Le autorità israeliane, che pure hanno proclamato l’intera città di Gerusalemme come capitale del loro Stato, si disinteressano della popolazione araba, e mentre investono con generosità in programmi di prevenzione per la parte ovest (ebraica), ad est sono invece totalmente assenti.
Nella latitanza di impegno pubblico, per le strade di Gerusalemme est è il volontariato cristiano o islamico, con propri fondi o con l’aiuto di donatori internazionali, ad affrontare il dramma di tante famiglie. «Perché i palestinesi si drogano? Per tantissimi motivi; per l’occupazione israeliana, per la mancanza di lavoro, per l’incertezza del futuro, perché la droga è facile a trovarsi…» spiega a Terrasanta.net Rima, un’assistente sociale dell’Occc. Il lavoro del Centro Caritas è particolarmente impegnativo. I volontari avvicinano i tossicodipendenti uno per uno, li convincono ad accettare un trattamento di disintossicazione , tengono i contatti con le loro famiglie, con la moglie, i figli. La Caritas organizza corsi per le donne che vivono il dramma dei propri mariti o dei propri figli, gestisce programmi di prevenzione in 20 scuole e campi estivi per i bambini e i ragazzi palestinesi. Ogni mese, dal centro Occc nel cuore della città vecchia passano centinaia di persone.
Le statistiche ufficiali, ferme a più di un anno fa, parlano di un’impennata nel consumo di droga nell’ultimo decennio, dovuto anche all’entrata in scena della mafia russa portata dall’immigrazione ebraica degli anni Novanta ; tra i giovani palestinesi nella fascia tra i 14 e i 25 anni si è quasi decuplicato. Come si presenta la situazione oggi? «Difficile dirlo – risponde Rima – . Tuttavia, grazie al lavoro del volontario, abbiamo la sensazione che via sia più consapevolezza e più preparazione di fronte ai pericoli mortali della droga».