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Qatar, terra di divorzi

Lucia Balestrieri
5 maggio 2011
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Qatar, terra di divorzi
Una stretta che non regge. In Qatar nel 2010 un matrimonio su due è andato in frantumi.

Qatar terra di divorzi: nel 2010 un matrimonio su due si è concluso con una separazione. Un tasso record, dovuto soprattutto a un fattore: la violenza domestica. L'iniziativa di rompere il vincolo è sempre più spesso presa dalle donne, che ne pagano il prezzo in termini sociali e psicologici.


(Milano) – Qatar terra di divorzi: nel 2010 il 50 per cento dei matrimoni si è concluso con una separazione. Un tasso record, dovuto – spiegano esperti e media – soprattutto a un fattore: la violenza domestica. L’80 per cento delle unioni – secondo l’Autorità di statistica del Qatar – finisce a causa di mariti violenti che picchiano le mogli. Un fenomeno sociale molto diffuso in una nazione che si è arricchita vertiginosamente grazie al petrolio, negli ultimi 50 anni, spiega l’avvocato Rashid Al Marri sulle pagine del giornale qatariota Al Hayat.

Nel Qatar, la maggioranza dei matrimoni sono combinati dalle famiglie in base al rango sociale di appartenenza, senza che i futuri sposi si conoscano prima. Le famiglie più liberali possono consentire qualche contatto telefonico o magari una cena insieme ai genitori. La regola tuttavia è quella del matrimonio «al buio», senza amore, sancito dalla burocrazia e dagli interessi del clan. Il risultato è che molte coppie scoprono immediatamente un’insuperabile incompatibilità e divorziano ancor prima di consumare le nozze. In altri casi trascorre più tempo, arrivano i figli, ma alla fine è rottura.

A prendere l’iniziativa della separazione sono sempre più spesso le donne che invece – in passato – non osavano ribellarsi ai mariti violenti o alle tradizioni. La popolazione femminile del Qatar, pur continuando ad essere priva di molti diritti sociali, è divenuta ormai la componente più istruita e colta di una popolazione di un milione e mezzo di persone. Tra i laureati della Qatar University, le donne prevalgono largamente sugli uomini. Per un qatariota un lavoro ben remunerato è garantito a prescindere dagli anni passati sui banchi di scuola: iscriversi ad un ateneo appare a molti solo una perdita di tempo. Per le donne è diverso: l’università rappresenta un rifugio stimolante, una strada per la propria affermazione umana, in un Paese in cui le strade professionali sono riservate ai connazionali maschi o agli stranieri. Ciò si traduce in una maggiore consapevolezza femminile rispetto ai soprusi o alle violenze .

Le conseguenze di un divorzio sono tuttavia ben differenti a seconda del sesso, in una società islamica come quella del Qatar. Un uomo potrà trovare facilmente una nuova compagna; una donna invece verrà emarginata e marchiata a vita. L’impennata di divorzi ha prodotto nuovi drammi: un’inchiesta del The Peninsula Newspaper indica una grande diffusione di disturbi psichici e disturbi mentali tra le divorziate.

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