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«Gesù, mia gioia». È il canto di 4 mila giovani a Beirut

Carlo Giorgi, inviato
30 maggio 2011
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Si è svolto ieri, 29 maggio, presso la sede patriarcale di Bkerke, in Libano, l'incontro Gesù, mia gioia, il primo appuntamento giovanile nazionale promosso dalla Chiesa maronita. Circa 4 mila giovani si sono raccolti intorno a monsignor Béchara Raï, che, con la sua presenza, ha galvanizzato i giovani partecipanti.


(Beirut) – Si è svolto ieri, 29 maggio, presso la sede patriarcale di Bkerke, in Libano, l’incontro Gesù, mia gioia, il primo appuntamento giovanile nazionale promosso dalla Chiesa maronita. Circa 4 mila giovani provenienti da tutti gli angoli del Paese si sono ritrovati per una giornata di preghiera e festa, nel grande anfiteatro che fronteggia il palazzo del patriarca, sulla cima di una collina, a nord di Beirut.

Monsignor Béchara Raï, con la sua presenza per gran parte della giornata, ha galvanizzato i giovani partecipanti. Forse per noi europei, abituati ai meeting internazionali, ai raduni dei movimenti, alle veglie missionarie nei palazzetti dello sport, un incontro di 4 mila ragazzi potrà sembrare piccola cosa. Invece per i giovani cristiani del Libano si è trattato di un evento di tutto rilievo. E per diversi motivi: innanzitutto eventi di questo tipo in Libano mancano e i giovani hanno bisogno di ritrovarsi, darsi coraggio, ripartire con slancio nella vita della parrocchia e della nazione (attraversata da profonde incertezze politiche, economiche e sociali).

Il patriarca Raï sembra esserne convinto; tanto da decidere di «adottare» presso la sua sede la festa di ieri. Prima di quest’anno, infatti, l’incontro Gesù, mia gioia era l’appuntamento di un movimento giovanile nato nel 1997 e legato ai carmelitani libanesi. Col passare degli anni il meeting è cresciuto, dotandosi delle più svariate tecniche di animazione giovanile (maxi schermi con video, canti, danze, musica). Così il nuovo patriarca ha voluto trasformarlo in un evento per tutti i giovani cristiani libanesi. La giornata è stata trasmessa dalla rete televisiva Télé Lumière e dalla radio Voce della carità, emittenti le cui trasmissioni sono captate anche in diversi Paesi arabi circostanti.

Il patriarca Raï conosce bene l’importanza dei media per l’evangelizzazione; cura infatti da anni una trasmissione di catechesi per adulti proprio sulla stessa Télé Lumière. E attraverso antenne e parabole, l’evangelizzazione ha una possibilità in più: «Anni fa, proprio guardando il nostro meeting trasmesso da Télé Lumière, in Israele qualcuno ha avuto l’idera di replicare la festa Gesù, mia gioia – racconta padre Raffaele Zghein, sacerdote maronita da anni responsabile della manifestazione -. Sarebbe molto bello che questo evento potesse coinvolgere sempre più giovani cristiani in Medio Oriente». Alla giornata ha partecipato anche mons. Gabriele Caccia, nunzio apostolico in Libano.

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