La pace in Terra Santa, nonostante le difficoltà della politica, può arrivare anche attraverso il lavoro dei medici. Lo ha raccontato ieri a Milano, il professor Eitan Kerem, medico del dipartimento di Pediatria e del Centro di fibrosi cistica dell'ospedale Hadassah di Gerusalemme. Grazie a lui è nato un centro specialistico anche a Gaza.
(Milano) – La pace in Terra Santa, nonostante le difficoltà della politica, può arrivare anche attraverso il lavoro dei medici. Lo ha raccontato ieri all’Università degli Studi di Milano, in una Sala della Rappresentanza stracolma di studenti, il professor Eitan Kerem, medico del dipartimento di Pediatria e del Centro di fibrosi cistica dell’ospedale Hadassah di Gerusalemme.
L’incontro, organizzato dall’Università degli Studi e dall’Istituto clinico Humanitas, ha avuto il merito di rendere nota l’esperienza finora poco conosciuta in Italia, del dottor Kerem, tra i massimi esperti internazionali in fibrosi cistica. «L’ospedale per cui lavoro, l’Hadassah, sorge sul monte Scopus, tra Gerusalemme Est e Ovest – ha spiegato Kerem – e oltre la metà dei nostri pazienti sono bambini di origine palestinese. Quello che per noi medici è sempre stato chiaro è che l’unico vero nemico, a prescindere dalla nazionalità dei ricoverati, è la malattia; i pazienti, invece, sono tutti uguali».
Così, nel Centro di fibrosi cistica dell’Hadassah, i piccoli malati israeliani e palestinesi sono ospitati in stanze comuni. Di conseguenza i loro genitori sono costretti, loro malgrado, a convivere per il tempo della degenza. «Non diventano amici – racconta Kerem – ma, se i primi giorni si guardano con diffidenza, pensando di avere in stanza un mostro, notiamo che con il passare del tempo iniziano a considerarsi a vicenda, almeno, esseri umani».
Nello staff dell’ospedale ci sono medici di origine israeliana come palestinese, interpreti di lingua araba, medici clown israeliani e palestinesi. E questo aiuta in modo importante soprattutto l’accoglienza dei pazienti arabi e delle loro famiglie. La vera impresa del dottor Kerem, però, è stata un’altra. Ovvero, quella di aver promosso, proprio nel periodo di massima tensione tra Israele e Striscia di Gaza, la creazione di un Centro di fibrosi cistica per i pazienti della Striscia. «Avevamo già avuto diversi pazienti provenienti da Gaza – ha raccontato Kerem -. Infatti, per recarsi da Gaza a Gerusalemme occorrono almeno tre ore, mentre per arrivare da Gaza al Cairo, ce ne vogliono a volte anche ventiquattro. Così, molti malati sceglievano di non andare in Egitto a curarsi ma di venire da noi, a Gerusalemme. Grazie alla loro conoscenza, ci siamo resi conto del fatto che gli specialisti palestinesi di fibrosi cistica fossero pochissimi. Non solo, a Gaza non esistevano centri di cura; e nessuno aveva la più pallida idea di quanti fossero i malati di fibrosi».
Così, grazie a un finanziamento dell’ospedale Hadassah e del Peres Center for Peace, il dottor Kerem elabora il progetto di aprire un Centro di fibrosi cistica a Gaza e di formare medici palestinesi in questo campo: «La politica, con cui non abbiamo mai voluto interferire, ha complicato un po’ le cose – racconta Kerem-: dopo aver identificato i medici palestinesi da formare, abbiamo dovuto sottoporre la loro candidatura ad Hamas, poi a Fatah, infine alle autorità israeliane». Incredibilmente, in tre mesi la lista di medici approvati da tutti gli organi politici era pronta.
Il personale selezionato è stato sottoposto a un corso intensivo di ebraico di sei settimane; e poi a una formazione specialistica che ha coinvolto tre medici per un anno, un’infermiera per sei mesi e nutrizionisti e fisioterapisti per tre mesi. «Mi ricordo il primo giorno in cui sono arrivati in ospedale per la formazione – racconta Kerem -. Erano scioccati. Pensavano di essere finiti nella tana del lupo e invece si trovavano in un ambiente accogliente, in un ospedale che curava israeliani e palestinesi allo stesso modo. Hanno avuto bisogno di alcune settimane per rendersi conto che la realtà era diversa da quel che si aspettavano».
Oggi a Gaza finalmente è attivo un Centro di fibrosi cistica. Vi lavorano tre medici palestinesi, due infermiere, un fisioterapista e due segretarie. Il Centro cura 78 pazienti che prima non potevano accedere a cure specifiche. Ma si pensa che nella Striscia, i bambini malati di fibrosi cistica siano almeno 140. «Ricordo che quando il presidente americano Jimmy Carter ritirò il premio Nobel per la pace disse che non era possibile riuscire a vivere insieme se ci uccidevamo i figli a vicenda – conclude Kerem -. Noi medici di Hadassah pensiamo invece che possiamo capire come vivere insieme, iniziando a curare i figli, gli uni degli altri».