Il 14 marzo scorso l’aeroporto Ben Gourion di Tel Aviv ha accolto il reliquiario di Santa Teresa di Lisieux (o del Bambin Gesù), alla presenza del nunzio e dei rappresentanti degli ordini e delle congregazioni religiose presenti nella terra di Gesù. Le reliquie della santa peregrineranno per oltre due mesi in Terra Santa, toccando varie comunità e parrocchie.
L’evento è di quelli che vanno sottolineati per diversi motivi. Il primo: è dal 1977 che le reliquie di Santa Teresa sono state richieste in Terra Santa. Il fatto che la visita cada a pochi mesi dalla chiusura del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, la rende ancora più significativa. L’urna della santa, patrona delle missioni e dottore della Chiesa, è attesa con gioia dalla famiglia carmelitana (che ha le sue radici proprio in Terra Santa), ma anche in località della Palestina segnate da dolore e conflitti, come Nablus e Gaza.
Il secondo motivo sta nella spiritualità di Teresa, che può aiutare i cristiani di Terra Santa a precisare ancor meglio la propria missione di presenza e testimonianza. Scrive Teresa, morta a 24 anni nel Carmelo di Lisieux, il 30 settembre 1897, nel suo Storia di un’anima: «La mia vocazione è l’Amore!… si, ho trovato il mio posto nella Chiesa e questo posto, o mio Dio, sei tu che me l’hai dato: nel Cuore della Chiesa, mia Madre, sarò l’Amore!».
Proporre come modello di vita la figura della santa di Lisieux proprio in Terra Santa, dove la Chiesa ha il suo cuore e le sue radici, a noi appare un gesto profetico. Che da Gerusalemme possa irradiarsi al mondo il suo messaggio di pace e di amore: «farsi piccoli» davanti a Dio e abbandonarsi alla misericordia del Padre di tutti.