Si arroventa di nuovo il clima tra israeliani e palestinesi. Nel primo pomeriggio di quest’oggi a Gerusalemme un ordigno è esploso nei quartieri occidentali causando un morto e decine di feriti. L'attentato viene dopo giorni di rappresaglie israeliane sulla Striscia di Gaza in risposta a colpi di mortaio e lancio di razzi da parte palestinese.
(Milano/g.s.-e.p.) – Sale bruscamente la tensione militare tra israeliani a palestinesi. Nel primo pomeriggio di quest’oggi a Gerusalemme un ordigno è esploso nei quartieri occidentali, a due passi dall’International Convention Center e dalla stazione centrale degli autobus. L’orario dell’esplosione e la dislocazione della bomba fanno pensare che i responsabili puntassero all’esito più nefasto possibile.
Una donna di cittadinanza britannica è morta e una quarantina di persone sono rimaste ferite tra i passeggeri di due autobus e coloro che erano in attesa alla vicina fermata.
Il clima ha cominciato ad arroventarsi già alcuni giorni fa e vi hanno contribuito diversi eventi: l’11 marzo in Cisgiordania il barbaro omicidio di una famiglia di coloni ebrei (36 e 34 anni i genitori; 3 mesi, 11 e 4 anni i figli) da parte di mani ancora ignote; la settimana successiva la ripresa di ripetuti lanci di razzi e colpi di mortaio (una cinquantina) dalla Striscia di Gaza sulle località israeliane più vicine; infine, le operazioni militari israeliane di rappresaglia in questi ultimi giorni.
Ieri, 22 marzo, i carri armati dell’esercito di Israele hanno cannoneggiato una casa nella Striscia uccidendo quattro membri di una stessa famiglia (un 58enne e tre minori di 12, 16 e 17 anni) e ferendo altre 13 persone, stando a quanto riferiscono fonti ospedaliere di Gaza. Il portavoce delle forze armate israeliane ha espresso rincrescimento per il coinvolgimento di civili, addebitandone però la responsabilità ai militanti di Hamas che annidano le loro artiglierie tra le case, così che gli abitanti fungano da scudi umani rispetto alla prevedibile reazione israeliana.
Poche ore prima che intervenissero i carri armati, l’aviazione israeliana aveva colpito, con diverse operazioni, gallerie sotterranee, laboratori per la fabbricazione di ordigni e «basi terroristiche». Gli interventi, secondo fonti di Hamas, avevano causato decine di feriti. I precedenti lanci di razzi palestinesi sulle città israeliane di Ashkelon e Bersheva avevano procurato ferite non gravi a qualche civile.