Il Sinodo della Chiesa maronita ha eletto ieri il nuovo patriarca. Monsignor Béchara Raï (71 anni), attuale vescovo di Jbeil (l’antica Biblos), succede al novantenne card. Nasrallah Boutros Sfeir, le cui dimissioni sono state accolte dal Papa il 26 febbraio scorso, dopo 25 anni alla guida dei maroniti.
(Milano/g.s.) – Il Sinodo della Chiesa maronita ha eletto ieri il nuovo patriarca. Monsignor Béchara Raï (71 anni), attuale vescovo di Jbeil (l’antica Biblos), succede così al novantenne card. Nasrallah Boutros Sfeir, le cui dimissioni sono state accolte dal Papa il 26 febbraio scorso dopo 5 lustri alla guida dei maroniti.
Monsignor Raï svolge il ministero episcopale da quasi 25 anni, e nel primo quadriennio è stato vescovo ausiliare della sede patriarcale di Antiochia dei Maroniti. È il settantasettesimo patriarca maronita in linea di successione.
I cattolici maroniti traggono il loro nome dal santo siriano Marone, di cui lo hanno celebrato nel 2010 i 1.600 anni dalla morte. Oggi sono circa 3 milioni e in prevalenza libanesi. La metà di loro vive in patria, il resto in una diaspora sparsa soprattutto in Europa, nelle Americhe e in Australia. Come le altre Chiese di rito orientale, i maroniti hanno una propria liturgia e norme canoniche diverse da quelle dei cattolici latini (ai sacerdoti, ad esempio, è concesso sposarsi, ma i vescovi sono scelti tra il clero celibatario).