Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Egitto, i copti di nuovo nei guai

Terrasanta.net
10 marzo 2011
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile

La «rivoluzione» egiziana del 25 gennaio scorso, che ha portato allo scioglimento come neve al sole del regime Mubarak, faceva respirare un clima di concordia nazionale con la partecipazione a una causa comune da parte di cittadini d’ogni appartenenza religiosa. Ma nei giorni scorsi sono riprese, con morti e feriti, le violenze tra copti e musulmani.


(Milano/g.s.) – La «rivoluzione» egiziana del 25 gennaio, che ha portato allo scioglimento come neve al sole del regime Mubarak e all’uscita di scena dell’anziano presidente l’11 febbraio scorso, faceva respirare un clima di concordia nazionale con la partecipazione a una causa comune da parte di cittadini d’ogni appartenenza religiosa.

Solo poche settimane sono trascorse e il sogno sembra già dissolversi. Il 5 marzo le cronache hanno registrato nuove violenze dei musulmani sui connazionali copti. Teatro degli incidenti questa volta è stato Sol Atfih, un paese situato poche decine di chilometri a sud della capitale. La scintilla, come non raramente accade, pare essere stata una questione amorosa: un corteggiatore cristiano avrebbe messo a repentaglio l’onorabilità di una donna musulmana. Il padre di costei si sarebbe però rifiutato di lavare l’onta con il sangue della figlia e per questa ragione sarebbe stato a sua volta punito con la morte da un cugino che riteneva disonorato tutto il clan. Quest’ultimo veniva a sua volta ucciso dal figlio della vittima. Dopo i funerali dei due uomini la tensione è salita alle stelle e alcune migliaia di persone hanno sfogato la loro rabbia sulla chiesa copta di San Mena e San Giorgio dandola alle fiamme. Gli assalitori avrebbero anche impedito ai vigili del fuoco di estinguere l’incendio. Un coprifuoco prontamente imposto sulla cittadina è servito a contenere l’immediato espandersi delle violenze e le possibili rappresaglie dei 12 mila residenti copti.

Purtroppo i fatti di Sol Atfih hanno fatto da miccia all’esplodere di nuove tensioni pochi giorni dopo al Cairo. A giornate tesissime, durante le quali manifestanti copti hanno inscenato proteste davanti alla sede della tivù pubblica e in piazza Tahrir, ha fatto seguito l’esplodere incontrollato della violenza tra musulmani e cristiani nella notte tra l’8 e il 9 marzo. L’apice della tensione si è raggiunto nel quartiere del Mokattam, una delle aree più povere della megalopoli egiziana, dove gli scontri hanno fatto scorrere altro sangue e causato almeno una quindicina di morti.

Proprio ieri è giunta a Terrasanta.net la testimonianza di un frate minore che vive in quella zona. Racconta abuna Antonio: «Non si riesce più a dormire. Di notte si aggirano ladri e delinquenti. Sappiamo di tassisti assaliti, derubati e lasciati nudi in mezzo alla strada. Nelle scuole materne spariscono i bambini (per questo all’asilo del Mokattam sono state rinforzate le misure di sicurezza con doppia vigilanza). La vera e propria battaglia scoppiata nella notte tra l’8 e il 9 nella vallata degli zabbaleen (i raccoglitori di immondizia) del Mokattam ha visto i cristiani asserragliati nella valle che rispondevano al fuoco dei musulmani schierati sulla montagna. Gli scontri sono andati avanti per tre ore, fino a quando è intervenuto l’esercito con mezzi corazzati pesanti e sparando all’impazzata. Qui si parla di una ventina di morti e di un centinaio di feriti».

La sorte degli egiziani cristiani e la possibilità che godano in pieno dei loro diritti civili in una società più sanamente laica, è tra le molte incognite che il dopo Mubarak porta con sé.

La voce di un silenzio sottile
Johannes Maria Schwarz

La voce di un silenzio sottile

Un cercatore di Dio racconta
Il giardino segreto
Roberta Russo

Il giardino segreto

L’Albero del Natale e gli altri simboli della tradizione
David Maria Turoldo
Mario Lancisi

David Maria Turoldo

Vita di un poeta ribelle