Dal 21 al 24 novembre scorso si è tenuto a Nazaret il primo Convegno internazionale archeologico-culturale e turistico promosso dalla Municipalità della parte araba e antica della città, e sponsorizzato dal Centro internazionale Maria di Nazaret, una istituzione di origine francese che ha recentemente messo piede nel capoluogo della Galilea. Alcuni mesi fa questa istituzione si è trovata al centro dell’attenzione internazionale a motivo della scoperta archeologica (avvenuta nella proprietà dove si sta realizzando la sede, non lontano dalla basilica dell’Annunciazione – ndr) di una casa del primo secolo.
Contrariamente a certe voci, non si pretende di aver trovato a Nazaret un’altra casa della Madonna, ma si ammette piuttosto che Gesù stesso, come vicino, avrebbe forse anche potuto frequentarla. Quando sarà inaugurato il Centro, nei prossimi mesi, sarà possibile a tutti visitare i resti archeologici. Ci sarà inoltre la possibilità di seguire una elaborata presentazione multimediale dedicata alla figura della Vergine come punto di incontro tra le religioni. La presentazione, fruibile in diverse lingue, si svilupperà attraverso un percorso che farà leva certamente sulle sensazioni ma inviterà anche alla riflessione. La tematica, incentrata sul mistero di Nazaret, sarà letta nella globalità della storia biblica, Antico e Nuovo Testamento. È un poco il discorso dei Sacri Monti e della Bibbia pauperum di una volta, espresso però in chiave assolutamente moderna. Alla presentazione dei ritrovamenti occorsi nel Centro ha fatto da contorno tutta una serie di conferenze nelle quali sono stati affrontati innumerevoli aspetti, storici, artistici, economici e progettuali il cui ambito culturale ha spaziato dal Medioevo ad oggi. Alcuni dei relatori hanno dedicato i loro interventi all’interesse dimostrato dalle diverse nazioni d’Europa, altri hanno insistito maggiormente sull’opera di attori locali, più o meno noti, nelle vicende del Paese. La presenza e l’azione dei francescani è stata frequentemente menzionata, anche se a volte, purtroppo, non sempre in maniera positiva…
Durante il convegno è stata comunicata l’intenzione di proporre Nazaret come luogo di eredità culturale di interesse mondiale. Questa proposta stava molto a cuore, evidentemente, agli organizzatori di parte politica. Avere Nazaret sotto la protezione dell’Unesco è considerata da una parte come una forma di pubblicità alla città, dall’altra come possibile fonte di aiuti internazionali, come è accaduto per l’anno giubilare.
In vista di ciò, sono intervenuti alcuni manager ed architetti del governo d’Israele, con l’evidente intento di introdurre i nazaretani alla necessità di predisporre una pianificazione sistematica, concreta, dettagliata – e per iscritto – di idee, mezzi, tempi e finalità proprie al progetto di sviluppo che si vuole realizzare. È richiesto in sostanza un Management Plan.
Non sono mancate le proposte concrete né le visioni lungimiranti. Sono state sognate strade pulite e servizi igienici adeguati a disposizione del pubblico. Si sono prospettati afflussi turistici consistenti e moltiplicati introiti per negozi e alberghi. L’impressione di tutti è che l’attenzione sia stata più rivolta alla terra che al cielo. Ma i futuri visitatori di Nazaret continueranno ancora ad essere più facilmente classificabili tra i pellegrini che non tra i turisti.