Una giornata di confronto ma soprattutto d’incontro, presso il Centro internazionale Domus Galileae, sul Lago di Tiberiade, sul tema «Libertà di religione e di culto in Israele». Oltre 200 esponenti delle diverse confessioni religiose presenti in Terra Santa si sono dati convegno il 25 novembre scorso per riflettere insieme sui temi della pace e del dialogo tra le religioni. Si tratta di un incontro che si ripete da alcuni anni e che, più che produrre risultati concreti e immediati, mira a creare uno spirito di concordia e di unità tra i capi delle varie religioni. Erano presenti i leader delle Chiese cristiane, i due rabbini-capo d’Israele (sefardita e askenazita), il capo della comunità drusa, il responsabile della corte d’appello islamica e i rappresentanti delle comunità Bahai, Ahmadiyya (un gruppo musulmano progressista – ndr) e samaritane. Presente anche Bahij Mansour, presidente del dipartimento per gli Affari interreligiosi del ministero degli Esteri israeliano. Sullo sfondo dell’incontro, la pesante situazione dei cristiani in Medio Oriente (specie in Iraq) e le minacce al dialogo tra le fedi portate avanti dal fondamentalismo religioso.
Sulle sponde del Lago di Tiberiade i rappresentanti delle religioni hanno testimoniato la possibilità che le varie fedi, nel rispetto delle reciproche identità, vivano in pace e armonia. Di più: che ci si consideri fratelli e che si possa lavorare insieme per il bene comune, in Terra Santa come nel resto del Medio Oriente.
Una testimonianza che i partecipanti al convegno intendono portare anche a Papa Benedetto XVI, che li riceverà a Roma il prossimo 13 gennaio.