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Mokattam, la montagna del santo conciatore

Chiara Tamagno
22 novembre 2010
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Mokattam, la montagna del santo conciatore
(clicca sulla foto per lanciare il video)

Sorge nella parte orientale del Cairo, la capitale egiziana. Sulla sua sommità si trova il santuario scavato nella roccia; alle pendici brulica la vita di 17 mila raccoglitori di immondizie.


Gli egiziani la considerano una montagna, in realtà è una collina che domina il lato est del Cairo.

Anche se poco segnalata nei circuiti turistici, la salita al Mokattam è un itinerario molto singolare, che spazia dallo squallore ammorbante dell’estesa baraccopoli ai piedi della collina alle tradizioni più antiche che avvolgono la memoria del luogo.

Durante l’epoca faraonica, la zona era un’enorme cava di calcare da cui gli egizi traevano i massi per costruire le piramidi e ancora oggi si possono notare le imponenti formazioni calcaree.

La leggenda che rende ancora più suggestiva «la montagna» riguarda un episodio avvenuto durante il periodo della dominazione islamica. Pare che il califfo dell’epoca Al Mu’izz Ledeenallah Al Fatemy si dilettasse ad organizzare incontri con i rappresentanti delle altre fedi per intavolare appassionanti discussioni.

Durante una di queste riunioni si tramanda che l’ebreo Jacob Ibn Killis avesse provocato il pope copto Anba Abram a proposito del versetto di Matteo 17,20 («Se aveste fede pari a un granellino di senapa, potreste dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterebbe») chiedendogli di dimostrare la validità delle parole di Gesù. Una provocazione sostenuta anche dal califfo, una sfida per i cristiani d’Egitto, pena la loro sopravvivenza…

Narra la leggenda che dopo tre giorni di preghiere e digiuni fosse stato scelto un tal Simone detto «il conciatore», per realizzare il miracolo. Tramandano che quest’uomo di fede fu capace di suscitare un terribile terremoto, che sconquassò la Mokattam fino a sollevarla in cielo per tre volte. Un prodigio da cui pare siano poi scaturite le ottime relazioni tra il califfo e i copti d’Egitto. Ma nonostante il fatto miracoloso, di san Simone «il conciatore» si persero subito le tracce e anche il monastero in cima al Mokattam (che porta il suo nome) non conserva alcun resto del santo.

La salita alla cima del Mokattam riserva infine un’altra peculiarità: le pareti di roccia sono qua e là incise da rilievi che raffigurano episodi biblici, scolpiti di recente da un artista polacco, e sembrano accompagnare il percorso di ascesi del visitatore. Anche se la Mokattam oggi è tristemente famosa  per i raccoglitori di immondizie che brulicano nell’enorme discarica (sono circa 17 mila che dal mattino presto rovistano tra le montagne di rifiuti), la salita da questi inferi puzzolenti alla cima della collina è davvero suggestiva: dopo una serie di tornanti si conquista alla fine la cima e si gode un panorama mozzafiato sulla città del Cairo, spettacolare alla luce del tramonto.

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