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Pizzaballa: In Medio Oriente ci serve un nuovo approccio alla realtà

Terrasanta.net
12 ottobre 2010
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Pizzaballa: In Medio Oriente ci serve un nuovo approccio alla realtà
Il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa. (foto E. Agazzi)

Per il Custode di Terra Santa ciò che contraddistingue i negoziati tra israeliani e palestinesi oggi è «la fatica di portare avanti il processo di pace, ma anche la paura di interromperlo, per la spirale degenerativa che innescherebbe». Dalle Chiese del Medio Oriente, fra Pizzaballa spera «un cambio di approccio psicologico: passare dall’essere sulla difensiva a un atteggiamento più propositivo».


(Roma/e.b.) – Per fra Pierbattista Pizzaballa ciò che contraddistingue l’attuale fase dei negoziati di pace israelo-palestinesi è «la fatica di portare avanti il processo di pace, ma anche la paura di interromperlo per la spirale degenerativa che innescherebbe»: questi, dice, sono i due poli tra i quali oscillano oggi le leadership palestinese e israeliana, costrette dalla storia a trovare una soluzione che «non sarà forse la soluzione ideale ma ci salverà da un pericoloso deterioramento».

Nel giorno in cui inizia il Sinodo, a margine dell’inaugurazione della mostra Abana Padre nostro. Sguardi sui Cristiani del Medio Oriente il Custode di Terra Santa spiega come i temi cardine del dibattito sinodale saranno la necessità di «rafforzare il rapporto tra le diverse comunità ecclesiali, conoscere e apprezzare la varietà e ricchezza delle Chiese del Medio Oriente, costruire una comunione vera», così come il «valore della testimonianza, anche in un contesto di minoranza». «A mio avviso occorrerebbe – dice – un cambio di approccio psicologico: passare dall’essere sulla difensiva a un atteggiamento più propositivo». Altrettanta attenzione, spiega, sarà dedicata a un altro tema chiave dell’Instrumentum laboris: la necessità di passare «dall’assistenzialismo alla solidarietà» nel rapporto fra le ricche Chiese d’Occidente e le minoranze cristiane in Medio Oriente.

L’attenzione al dialogo interreligioso e il fatto che siano presenti un rappresentante dell’ebraismo e due dell’islam «è un atto dovuto visto che in queste riunioni così importanti, benché intra-ecclesiali, non si possono non coinvolgere anche gli esponenti delle due altre religioni monoteistiche accanto alle quali viviamo». Certo, ammette, sul fronte delle violazioni alla libertà di religione e di coscienza che hanno portato i vescovi iracheni a chiedere la convocazione del Sinodo, «certamente sarà molto difficile che la situazione cambi a breve termine». «Non credo – riflette fra Pizzaballa – che il Sinodo potrà dare risposte a questi problemi, ma forse potrà fornire delle soluzioni comuni, sul piano dei comportamenti, riguardo questioni concrete, come ad esempio i simboli delle religioni nelle scuole». «A mio avviso – afferma il francescano – occorre in primo luogo studiare e conoscere meglio quella realtà per avere gli strumenti culturali più adatti per interagire e costruire una convivenza pacifica e serena. Il Sinodo non è la conclusione di un cammino ma un punto di partenza, una sorta di piccolo concilio delle Chiese del Medio Oriente che è già una base concreta di rapporti nel territorio».

L’Assemblea sinodale si svolge in un momento nel quale sul processo di pace rilanciato dal presidente statunitense Barack Obama grava l’incertezza del governo Netanyahu sul prolungamento della moratoria sulle colonie, e quella della Lega araba che ha deciso di rimandare di un mese qualsiasi presa di posizione. «Il processo di pace? Sono in Israele da più di vent’anni e non posso che constatare come cerchiamo sempre soluzioni al conflitto e non so se mai le vedremo: forse avremo sempre a che fare con un calderone dal quale usciranno cose buone e altre meno buone… Certamente in questo momento – osserva Pizzaballa – si percepisce da entrambe le parti la fatica di costruire un rapporto di fiducia sul quale portare avanti il negoziato, ma anche la paura di interromperlo per la degenerazione che inevitabilmente provocherebbe». Perciò, è il monito del Custode di Terra Santa, «è nell’interesse di tutti portare avanti un negoziato che forse non realizzerà la soluzione migliore, ma ci salverà da un pericoloso deterioramento».

Su questi e altri temi padre Pizzaballa sarà intervistato questa sera dal direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, nell’incontro previsto a partire dalle 19,15 nella sala della Fondazione Pio X, in via della Conciliazione, a Roma.

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