Dopo molti altri leader religiosi e politici, anche la Santa Sede, il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) e la Casa Bianca scendono in campo contro l'improvvida l’iniziativa di una piccola “Chiesa” protestante della Florida che ha indetto per l’11 settembre una Giornata internazionale di rogo del Corano. Un'azione in sé sbagliata che potrebbe anche generare ritorsioni sulle minoranze cristiane che vivono nei Paesi a maggioranza musulmana.
(Milano) – Alla fine sono scesi in campo anche la Santa Sede, il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) e la Casa Bianca, tutti concordi nel giudicare pericolosa e improvvida l’iniziativa di una piccola “Chiesa” protestante della Florida (Usa) che ha indetto per l’11 settembre una Giornata internazionale di rogo del Corano. I promotori intendono così rendere omaggio alle vittime degli attentati messi in atto da terroristi musulmani a New York, Washington e in Pennsylvania lo stesso giorno di nove anni fa.
Il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ha diffuso l’8 settembre un comunicato stampa in cui dichiara di aver «accolto con viva preoccupazione la notizia». «A quei deprecabili atti di violenza – ammonisce il dicastero vaticano – non si può porre rimedio contrapponendo un gesto di grave oltraggio al libro considerato sacro da una comunità religiosa. Ogni religione, con i rispettivi libri sacri, luoghi di culto e simboli ha diritto al rispetto ed alla protezione: si tratta del rispetto dovuto alla dignità delle persone che vi aderiscono ed alle loro libere scelte in materia religiosa. (…) Tutti i responsabili religiosi e tutti i credenti sono chiamati anche a rinnovare la ferma condanna di ogni forma di violenza, in particolare quella compiuta in nome della religione».
Reca la stessa data una lettera indirizzata ai leader religiosi musulmani di tutto il mondo dal segretario generale del Cec, il pastore Olav Fykse Tveit. Mentre porge gli auguri ai credenti dell’islam che si accingono a celebrare una delle loro feste più importanti, quell’Eid al-Fitr che chiude il mese del Ramadan, Tveit esprime la «profonda preoccupazione» del Cec e sottolinea che l’appello proveniente dalla Florida è stato «fermamente respinto e condannato dal Cec, dalle Chiese che vi aderiscono, e dai loro partner nel dialogo ecumenico, dentro e fuori gli Stati Uniti, oltre che da molti altri credenti e persone di buona volontà».
Anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama quest’oggi s’è rivolto ai promotori della provocatoria iniziativa contro il Corano invitandoli a desistere, perché il loro gesto sarebbe deleterio e costituirebbe «un regalo ai terroristi». Pure il generale David Petraeus, comandante delle forze amate statunitensi in Afghanistan, ha apertamente auspicato un ripensamento per non mettere ulteriormente in pericolo i soldati americani dispiegati in contesti islamici.Il segretario di Stato Hillary Clinton, in occasione di un Iftar (la cena comune che rompe il digiuno delle ore diurne nei giorni di Ramadan) offerto il 7 settembre presso il Dipartimento di Stato, si è detta «rincuorata dalla chiara e inequivoca condanna di un atto tanto irrispettoso e sciagurato proveniente da leader religiosi di tutte le fedi, dai cristiani evangelici ai rabbini ebrei, come pure da leader laici e opinionisti». «Il nostro impegno in favore della tolleranza religiosa – ha sottolineato la Clinton – risale agli albori della nostra nazione».
Le autorità statunitensi sembrano non voler oltrepassare i limiti imposti dalla libertà d’espressione dei cittagini e, malauguratamente, gli organizzatori del rogo dell’11 settembre dichiarano di non voler fare marcia indietro.
Intanto, come prevedibile, in molti Paesi musulmani si inscenano irritate manifestazioni di protesta, che però potrebbero sfociare nella violenza. A farne le spese sarebbero probabilmente, ancora una volta, le innocenti minoranze cristiane locali. Ne sono consapevoli i loro responsabili che già da settimane, soprattutto in Asia, hanno pubblicamente condannato l’iniziativa, prendendone le distanze.
Non a caso tra i primi a lanciare l’allarme, ai primi d’agosto, ci furono i leader religiosi dell’Indonesia, il più grande Paese musulmano del pianeta. In una conferenza stampa convocata il 4 agosto, un coordinamento di rappresentanti delle comunità cattolica, protestante, confuciana, induista e musulmana aveva auspicato un intervento censoreo del governo di Washington.
Il Dove World Outreach Center di Gainsville (Florida), che ha indetto la Giornata internazionale di rogo del Corano, è una delle tante piccole denominazioni cristiane di impronta carismatica che fioriscono negli Stati Uniti all’interno della galassia evangelica. Oggi lo guidano i pastori Terry e Sylvia Jones. Il piglio è quello di un gruppo militante, fondato nel 1986, che propugna idee chiare e nette in campo etico e teologico. Una di queste è che le religioni che negano Cristo come Figlio di Dio e Salvatore sono d’origine demoniaca e dunque non meritano alcun rispetto.