Il Custode di Terra Santa fra Pierbattista Pizzaballa, il patriarca greco-ortodosso Theophilos III e il rappresentante del patriarca armeno Torkom II Manoogian, alla presenza del primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese Salam Fayyad, hanno firmato il 2 settembre un accordo per restaurare il tetto della basilica della Natività, a Betlemme. La copertura, notevolmente deteriorata, è priva di manutenzione dal 1832 e lascia filtrare la pioggia.
(Gerusalemme/Cts-Mab) – Il 2 settembre a Betlemme è stato firmato un importante accordo per il restauro del tetto della basilica della Natività. Un passaggio necessario, dato che, come in tutti i santuari retti dallo Statu Quo, anche nella basilica della Natività nessuna opera di restauro può essere portata avanti senza un previo accordo dei tre «co-proprietari».
L’intesa è stata sottoscritta dal Custode di Terra Santa fra Pierbattista Pizzaballa, dal patriarca greco-ortodosso Theophilos III e dal rappresentante del patriarca armeno Torkom II Manoogian, alla presenza del primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese Salam Fayyad e di Ziad Al Bandak, consigliere del presidente Mahmoud Abbas per gli affari cristiani e al tempo stesso presidente del comitato per il restauro della chiesa.
Un ruolo determinante è stato svolto dal presidente Mahmoud Abbas, che già nel novembre 2008 aveva esortato le Chiese a trovare un’intesa. Il capo dell’Autorità palestinese ha anche stanziato un milione di dollari, secondo quanto riferisce l’Agenzia France Presse.
Commentando l’evento, il Custode di Terra Santa ha dichiarato al Franciscan Multimedia Center: «È l’inizio di un nuovo modo di stare insieme a Betlemme. Quella basilica bellissima, antichissima, che ha bisogno di restauri e che era diventato il simbolo della nostra incapacità a parlarci, adesso spero diventerà il luogo nuovo dove le Chiese dimostrano di sapere collaborare».
Tra i presenti alla cerimonia della firma anche il professor Remigio Rossi, capo del gruppo di esperti internazionali che si occupa del restauro. I lavori dovrebbero durare 150 giorni, ma non è ancora nota la data di inizio.
Chiunque abbia visitato la basilica nei giorni di pioggia si sarà senz’altro stupito alla vista delle pozze che si trovavano qua o là sul pavimento. Il tetto, lasciato senza manutenzione dopo l’ultimo restauro nel 1832, é notevolmente danneggiato, e ciò ha causato anche il deterioramento dei resti dei mosaici e degli affreschi.
Ricordiamo che la basilica di Betlemme è non soltanto uno dei più importanti Luoghi Santi della cristianità, ma anche una delle più antiche chiese del mondo. Costruita all’inizio del IV secolo dall’imperatore Costantino, e ristrutturata dall’imperatore Giustiniano nel VI secolo, la basilica è stata risparmiata al tempo delle invasioni arabe del VII secolo, perché i Re Magi che vi sono rappresentati vestivano abiti orientali.
Lo scheletro della struttura attuale del tetto risale alla maggiore opera di restauro che la chiesa ha conosciuto, nel 1435-1479. Nel rapporto che l’Unesco ha dedicato al tetto della basilica della Natività, nel 2000, gli esperti avevano affermato che la longevità di un tetto si stima generalmente intorno ai 150 anni. Erano stupefatti di fronte al fatto che esso abbia resistito tre volte tanto.