Dovrebbe iniziare le sue trasmissioni verso la fine di quest’anno la prima radio cristiana in Terra Santa, che nascerà anche grazie alla collaborazione con Radio Vaticana. L’emittente è stata concepita da padre Raed Abusahlia, parroco del borgo palestinese di Taybeh, in Cisgiordania, il quale dice: «Saremo una voce cristiana, una voce di pace, speranza, dialogo e riconciliazione».
(Milano/e.p.) – Dovrebbe nascere verso la fine di quest’anno la prima radio cristiana in Terra Santa, grazie anche alla collaborazione con Radio Vaticana.
L’emittente è stata concepita (sin dal 2008) da padre Raed Abusahlia (45 anni), già cancelliere del patriarcato latino di Gerusalemme, e da alcuni anni parroco del borgo palestinese di Taybeh, in Cisgiordania.
Il sacerdote intende offrire una nuova voce ai cristiani della regione e spera di poter inaugurare le trasmissioni della nuova radio la prossima vigilia di Natale.
Parlando a Radio Vaticana l’8 luglio scorso, padre Raed ha spiegato che in Terra Santa si sente il bisogno di una voce cristiana via etere, che sia in grado di coprire il territorio di tutta la diocesi che include la Giordania, Israele e i Territori Palestinesi (ma anche un angolo d’Europa: l’isola di Cipro). «Benché – ha detto – ci siano varie emittenti televisive e radiofoniche, non abbiamo alcuna radio espressamente cristiana».
Il sacerdote è convinto che Taybeh, situato una trentina di chilometri a nord est di Gerusalemme, sia la località più opportuna per la nuova emittente cristiana: il villaggio è l’ultimo rimasto interamente cristiano in tutta la Terra Santa e sorge su una montagna, cosa che potrebbe facilitare il diffondersi delle onde radio in tutta la regione.
Per organizzare la stazione radio, il parroco ha dovuto chiedere autorizzazioni e documenti all’Autorità Palestinese, dal momento che il borgo è nei Territori Occupati (in zona B). Il pubblico a cui l’emittente indirizzerà i propri programmi è la comunità di lingua araba, da Amman a Gaza, da Tel Aviv a Gerusalemme.
«La nostra sarà una voce cristiana, ma anche una voce diversa: una voce di pace, di speranza, di dialogo e riconciliazione – dice padre Raed -. Saremo aperti a tutti e in primo luogo alle altre Chiese della Terra Santa. Daremo spazio e tempo a tutte le loro celebrazioni e notizie. Abbiamo già avviato contatti per inserire nel palinsesto dell’emittente anche programmi direttamente gestiti da loro. Vogliamo anche essere aperti ai seguaci di altre religioni, ebrei e musulmani. Cercheremo di far da ponte, perché un cristiano che non è ponte non è cristiano».
Dal 2002 ad oggi, nella sua veste di parroco, padre Raed ha dato vita a varie imprese coronate da successi che sono beneauguranti anche per la radio: nel 2003 ha creato la Fondazione Ramo d’ulivo, con un frantoio e una cooperativa di coltivatori che hanno permesso di esportare olio d’oliva, sapone e ceri di Taybeh verso il mercato europeo (2.500 solo in Francia i supermercati che vendono prodotti del villaggio palestinese). Le capacità imprenditoriali e di raccolta fondi di Abusahlia hanno contribuito a fornire impiego e sostentamento a molti abitanti di Taybeh.
Del 2004 è l’iniziativa Lampade di pace – con la proposta alle parrocchie e diocesi di tutto il mondo di acquistare una lampada a forma di colomba prodotta a Taybeh e porla sull’altare maggiore in segno di solidarietà con la Terra Santa -; del 2005 la realizzazione di una casa di riposo per anziani.
Uomo d’azione qual è, padre Raed rimane comunque convinto che il mezzo più efficace per ottenere la pace sia la preghiera. Solo quando ci sarà pace a Gerusalemme avremo pace nel modo, ribadisce anche lui con convizione.