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«Il Papa tra noi, per tutta Cipro un’opportunità unica»

Giampiero Sandionigi, inviato
1 giugno 2010
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«Il Papa tra noi, per tutta Cipro un’opportunità unica»
Antonis Skoullos

Antonis Skoullos, responsabile dei rapporti con la stampa per il comitato cattolico che collabora alla preparazione della visita papale a Cipro, ci descrive il clima che si respira nell'isola a pochi giorni dall'arrivo di Benedetto XVI. E parla di una grande occasione per tutti i ciprioti.


(Nicosia) – C’è un frutto già maturo della visita che Benedetto XVI si appresta a rendere, da venerdì a domenica prossimi, al popolo di Cipro: è l’esercizio di comunione che sono state chiamate a compiere le varie componenti della comunità cattolica locale. Maroniti e latini ciprioti, ma anche i lavoratori approdati per qualche anno sull’isola da vari Paesi in via di sviluppo (soprattutto asiatici), si sono offerti come volontari al comitato organizzatore. Si calcola che siano più di 300, forse 400, coloro che hanno deciso di rimboccarsi le mani, dividendosi i compiti.

Antonis Skoullos è uno di loro. Maronita, sulla quarantina, sposato con tre figli, di professione è consulente informatico e funzionario di una multinazionale del settore. Nel comitato organizzatore della Chiesa cattolica è responsabile dei rapporti con i media e coordina una squadra di 15 persone.

Gli chiedo con quali sentimenti la piccola comunità cattolica di Cipro (poco più di ventimila persone, immigrati temporanei inclusi) si appresti a incontrare Benedetto XVI. «Per noi che siamo cresciuti come cattolici in un contesto a maggioranza greco-ortodossa, il Papa è da sempre una figura ispiratrice, una presenza con cui siamo cresciuti, il nostro padre e guida spirituale. Tanti di noi hanno potuto vederlo a Roma, ma averlo tra noi è come un sogno», dice Antonis.

Mi parla del ruolo svolto dai cattolici nella preparazione della visita: «Il Papa viene anzitutto come ospite del governo e della Chiesa ortodossa di Cipro, che hanno creato apposite commissioni organizzative. Periodicamente si svolgono incontri tra i responsabili per coordinare il lavoro. Anche i rappresentanti del nostro comitato vi prendono parte. Devo dire che in tutti c’è entusiasmo per un’opportunità unica per tutti i ciprioti. Attraverso la collaborazione che abbiamo messo in atto vogliamo sottolineare che siamo uniti e che uniti vogliamo accogliere il Papa in quest’isola, che è la casa comune per tutti, ortodossi, cattolici e turchi (musulmani – ndr)».

Quali sono le diverse aspettative riguardo alla visita?
Tutta Cipro accoglie il Papa, ma è ovvio che ognuno lo fa a partire dalla sua prospettiva. A differenza di noi, gli ortodossi non accolgono la loro guida spirituale. Il governo, da parte sua, riceve un capo di Stato. Alla fine, però, tutti questi diversi approcci fanno parte del viaggio pastorale. Né possiamo dimenticare il tocco spirituale che il Papa porterà con sé. C’è anche un messaggio politico che potremmo riassumere così: Cipro ha bisogno di aiuto e sostegno da tutti coloro che, come il Papa, possono contribuire alla soluzione del nostro problema. L’isola di Cipro è uno Stato membro dell’Unione Europea, ma continua a soffrire da decenni a causa dell’occupazione turca e delle divisioni del suo popolo, greci e turchi, che dovrebbero poter vivere insieme in questa piccola isola. Il contributo di chiunque possa rinfrancare il percorso di riconciliazione che abbiamo avviato è essenziale.

I colloqui tra i vostri massimi leader politici sono ripresi la settimana scorsa. Lei è ottimista?
Il fatto stesso che cerchiamo di parlarci gli uni gli altri è molto incoraggiante. Cercare una soluzione pacifica e negoziata al conflitto, anziché quella militare è positivo e sono sicuro che arriveremo a una soluzione. Certamente occorrerà tempo. Non penso che ci arriveremo in poche settimane o pochi mesi. Ci vorrà più tempo di quanto non si dica, ma credo che sia meglio giungere a un risultato concreto e soddisfacente piuttosto che essere frettolosi, solo per andare incontro alle attese di altri. Da cittadino comune vedo le cose in modo positivo. Continuare a discutere è un bene e sarei molto deluso se di qui a qualche mese dovessero dirci che i negoziati vengono interrotti.

È mai stata considerata la possibilità che il Papa si recasse anche nella parte settentrionale dell’isola, ad esempio, per far visita ai pochi villaggi maroniti che vi rimangono?
La domanda è legittima e torna spesso quando parlo coi giornalisti. Sono certo che la questione sia stata presa in considerazione nella fase di studio del viaggio. Posso esprimere il mio punto di vista personale: credo che dopo un’approfondita analisi della situazione il governo della Repubblica di Cipro e il Vaticano abbiano concordato di non toccare tasti molto sensibili sul versante politico.

La gente comune mostra interesse per l’imminente visita del Papa?
Ricordiamo anzitutto che la maggioranza della popolazione di Cipro è greco ortodossa. Direi che c’è molta curiosità per gli aspetti pratici della visita di un’importante personalità internazionale come il Papa, che è punto di riferimento per oltre un miliardo di persone. Anche chi non è cattolico, in genere, a livello internazionale è a conoscenza di ciò che il Papa fa o dichiara. Così molti ciprioti aspettano di vedere questa persona e di vedere quel che succederà durante il suo soggiorno (quasi tutte le varie fasi della visita verranno trasmesse in diretta dai canali televisivi nazionali – ndr). Detto questo, devo aggiungere che pochissimi mostrano interesse per i contenuti spirituali o ecumenici del viaggio. I più mi chiedono cosa il Papa farà, dove abiterà, cosa mangerà, perché viene…

Cosa ne pensate, come cattolici, delle critiche nei confronti della visita papale espresse nei giorni scorsi da alcuni vescovi ortodossi?
Anche noi, come tutti i ciprioti, abbiamo letto sulla stampa le posizioni espresse da alcuni membri del Santo Sinodo ortodosso. Devo dire che appoggiamo pienamente la linea espressa dall’arcivescovo Chrisostomos e sono certo che alla fine tutti i vescovi accoglieranno il Papa in pace e fratellanza.

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