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Da Ramallah voce nuova alle donne

Terrasanta.net
22 giugno 2010
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Da Ramallah voce nuova alle donne
(clicca sulla foto per lanciare il video)

Musica, successo, cambiamento. Sono le parole d’ordine di Nisaa 96 Fm, la prima radio palestinese dedicata alle donne. Inaugurata ufficialmente il 20 giugno vuol dar voce all’universo femminile in ascolto. La ricetta di Nisaa, che trasmette da Ramallah, è semplice: temi sociali, musica e programmi d’intrattenimento in lingua araba e inglese.


(Milano/g.r.) – Musica, cambiamento, successo. Sono le parole d’ordine di Nisaa 96 Fm, la prima radio palestinese dedicata alle donne. E «Donne» è la traduzione del nome arabo della nuova emittente scelto da un gruppo di imprenditrici della Cisgiordania per dar voce all’universo femminile in ascolto.

La ricetta di Nisaa, che trasmette da Ramallah ed è stata lanciata il 20 giugno scorso, è presto detta: temi sociali, alternati da musica e programmi d’intrattenimento in lingua araba e inglese. Un modo semplice e diretto per parlare delle donne arabe, dei loro problemi e dei loro sogni. Con un occhio di riguardo verso il mondo maschile, a cui sono indirizzate le richieste di cambiamento che animano i dibattiti sui diritti e l’uguaglianza tra uomini e donne. «Le trasmissioni si concentreranno su temi femminili, ma hanno anche come obiettivo quello di coinvolgere gli uomini in modo da influenzarli e ottenere così dei benefici per le donne», spiega la fondatrice Maysoun Odeh Gangat.

Un esempio da seguire per l’intero mondo arabo, capace di far arrivare il suo messaggio oltre i confini dei Territori palestinesi grazie a Internet. Per sintonizzarsi su Radio Nisaa basta infatti andare sulla pagina web ufficiale e ascoltare live musica e programmi.

A sostenere il progetto è stata la fondazione svizzera no profit Smiling Children, attiva nella valorizzazione della figura della donna e dell’imprenditoria femminile, insieme a Rabeha Diab, ministro delle Pari Opportunità palestinese. «È una buona notizia per la società palestinese e per le donne in particolare – ha dichiarato il ministro all’inaugurazione –. È l’opportunità per discutere dei cambiamenti in atto nei tradizionali modelli culturali».

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