Si sono svolti ieri, nel pomeriggio, i funerali di mons. Padovese, ucciso dal suo autista, Murat Altun, il 3 giugno scorso. Subito dopo la cerimonia il corpo del vescovo cappuccino è stato portato a Milano dove, con ogni probabilità il prossimo 14 giugno, si celebreranno le esequie solenni in Duomo.
(Milano) – Si sono svolti ieri, nel pomeriggio, i funerali di mons. Padovese, ucciso dal suo autista, Murat Altun, il 3 giugno scorso. Alla cerimonia di Iskenderun hanno partecipato il nunzio apostolico, mons. Antonio Lucibello, il vicario apostolico di Istanbul, mons. Louis Pelâtre, l’arcivescovo di Smirne Ruggero Franceschini e il vescovo armeno cattolico di Istanbul, Hovhannes Tcholakian, oltre a tutti i sacerdoti della Turchia e rappresentanze delle ambasciate internazionali.
Subito dopo il funerale il corpo di mons. Padovese è stato portato a Milano dove, con ogni probabilità il prossimo 14 giugno, riceverà le esequie solenni presso il Duomo di Milano. La camera ardente è stata allestita presso il convento cappuccino di viale Piave a Milano. Ma l’omaggio alla salma sarà possibile probabilmente da giovedì, perché anche la magistratura italiana ha richiesto di fare un’autopsia sul cadavere del vescovo assassinato.
Secondo quanto riportato da alcune agenzie, si aggiungono nuovi particolari agghiaccianti alla vicenda dell’assassinio e alla presunta malattia mentale dell’uccisore. I medici legali hanno intanto riscontrato che il vescovo è stato straziato con molteplici coltellate in varie parti del corpo (8 al cuore). La testa è stata quasi per intero recisa dal tronco, quasi in una sorta di macabro rituale.
Davanti all’efferatezza del delitto e ad una serie di particolari non chiari (sembrerebbe che non esista nessuna traccia medica della presunta depressione dell’omicida), c’è da sperare che le autorità turche vogliano andare fino in fondo nella ricerca della verità, indagando le frequentazioni e le relazioni di Murat con gli ambienti del nazionalismo turco o con le organizzazioni fondamentaliste islamiche.
L’uccisione di mons. Padovese, spiegano alcuni osservatori, potrebbe avere un forte significato simbolico se si considera anche il suo ruolo di presidente della Conferenza episcopale turca e la concomitanza temporale dell’avvenimento: a poche ore dal viaggio del Papa a Cipro. Un terribile monito contro la Chiesa cattolica da parte di organismi e gruppi che vedono l’apertura e il dialogo con l’islam come una fortissima minaccia al loro potere e alla loro capacità di manipolazione delle coscienze.