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A Nicosia gli ultimi preparativi per accogliere il Papa

Giampiero Sandionigi, inviato
31 maggio 2010
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Nella parrocchia di Santa Croce fervono i lavori per dare al Papa, che arriverà qui venerdì 4 giugno, un'accoglienza degna. Giovedì le normali attività parrocchiali cesseranno, per riprendere solo dopo la partenza del Pontefice. L'evento più atteso dai fedeli è la Messa di domenica mattina. A salutare il Papa saranno in migliaia, ciprioti e immigrati.


(Nicosia) – Anche la statua del Cristo esanime dopo la crocefissione è stata ridipinta e sembra nuova. Ora una teca in plexiglass difende il dormiente multicolore dalla pietà degli altri poveri cristi che a furia di inginocchiarsi in preghiera ad accarezzarne la testa e i piedi ne avevano asportato il colore.

Tutta la parrocchia di Santa Croce, a Nicosia, è sottosopra. Chiesa e canonica – il piccolo convento dei frati della Custodia di Terra Santa che qui operano da secoli – sono stati rivoltati come un guanto e rimessi a nuovo. Due imbianchini sono ancora intenti agli ultimi ritocchi e l’odore dei solventi solletica le narici dei fedeli presenti alla Messa domenicale.

Giovedì le normali attività cesseranno, per riprendere solo lunedì mattina, dopo la partenza del Papa, che alloggerà proprio in questa piccola parrocchia, che ospita la nunziatura apostolica, dalla sera di venerdì 4 giugno alla successiva domenica pomeriggio.

Vista da quest’angolo piuttosto defilato della capitale di Cipro, la visita papale pare annunciarsi come un viaggio dal carattere piuttosto intimo, se non proprio «in tono minore». Non sono previsti bagni di folla e la papamobile dovrebbe restare a Roma.

Per ora la città non espone segni particolari di benvenuto all’illustre ospite, primo Papa nella storia a sbarcare sull’isola. Sulla stampa locale trova ancora spazio la spaccatura emersa pubblicamente nei giorni scorsi in seno all’episcopato ortodosso circa l’opportunità di accogliere benevolmente il Pontefice romano. Si fa ricorso a ragioni storiche molto datate, ma ancora vive nei discorsi di certo clero («Per qualcuno – titolava ieri il Sunday Mail – il passato non è mai alle spalle»): nel 2010 alla Chiesa di Roma si rinfacciano il sacco di Costantinopoli (1204) ad opera dei crociati e la dominazione latina di Cipro che tra il dodicesimo e il sedicesimo secolo impose un drastico ridimensionamento alla Chiesa ortodossa locale. Non ultimi vengono i dissensi teologici (tra i più noti, la questione trinitaria del Filioque e il ruolo del Papa).

Dal canto loro, i fedeli cattolici si preparano alla festa con vero entusiasmo. Il comitato organizzatore si avvale della collaborazione di centinaia di volontari. Preponderante il ruolo dei maroniti, più defilato quello dei latini con cittadinanza cipriota. Generosissime le immigrate filippine, che si danno un gran da fare ai banchetti dove sono in vendita gli immancabili ricordi della visita: magliette e cappellini bianchi o gialli, foulard e tazze con il logo e il motto della visita: One heart one soul, «Un cuore un’anima».

Nelle parrocchie ieri erano in distribuzione i biglietti gratuiti che consentiranno di partecipare agli eventi pubblici della visita papale e prenotare un posto sui pullman. Qualcuno s’è svegliato tardi ma non si rassegna e bussa. Si muoveranno in centinaia, soprattutto per prender parte alla grande Messa di domenica mattina. Alcune migliaia di persone troveranno posto nel palazzetto dello sport Eleftheria, altri dovranno accontentarsi di seguire la cerimonia dal piazzale sui maxischermi. Se non avremo un cielo nuvoloso, sarà dura. Già a metà mattina il sole rende Nicosia come un grande forno. Qualcuno sommessamente osserva che sarebbe stato bello poter scegliere un mese più fresco.

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