Le prospettive per il turismo in Terra Santa rimangono incoraggianti. Lo confermano anche i dati pubblicati giorni fa dall’Autorità Nazionale Palestinese (Anp). In marzo l’industria turistica ha registrato una crescita del 50 per cento rispetto allo stesso mese del 2009. E potrebbe andare ancora meglio senza gli intralci israeliani alla libertà di movimento nei Territori.
(Milano – e.p.) – Le prospettive per il turismo in Terra Santa, se la tensione del conflitto non salirà, sono incoraggianti. Sembrano confermarlo anche i dati pubblicati giorni fa dall’Autorità Nazionale Palestinese (Anp). Il 6 aprile, la polizia turistica e dei beni archeologici dell’Anp ha reso noto che in marzo l’industria turistica ha registrato una crescita del 50 per cento rispetto allo stesso mese del 2009. Un incremento che si misura con un «numero accresciuto di ospiti registrati negli alberghi». Nei Territori ne sono stati censiti 464 mila, tra cui 83 mila arabi israeliani e 137 mila stranieri di varie parti del mondo.
Secondo il quotidiano Jerusalem Post, che riporta le riflessioni di alcuni operatori di spicco del settore turistico palestinese, le ragioni della crescita stanno «nel naturale alternarsi dei flussi e in un’atmosfera più tranquilla nella regione». La guerra di Gaza, a cavallo tra 2008 e il 2009, aveva influito negativamente sugli arrivi dello scorso anno.
I dati riaffermano il consistente contributo apportato dai pellegrini cattolici, con un peso notevole dei gruppi provenienti da Paesi dell’Europa orientale. Gli addetti ai lavori palestinesi lamentano tuttavia che le misure di sicurezza israeliane impediscono uno sviluppo del settore ancora più consistente, soprattutto se si considerano i ritardi negli spostamenti imposti dai posti di blocco nei Territori occupati e la loro imprevedibilità.
Dal canto suo, l’industria turistica israeliana continua a dedicare un’attenzione speciale ai pellegrini e turisti cristiani. La compagnia aerea di bandiera El Al, ad esempio, ha recentemente creato un apposito ufficio di collegamento per i cristiani nordamericani che hanno in programma un viaggio in Terra Santa. Da Chicago l’ufficio fornirà risposte ai bisogni di coloro che intendono pianificare viaggi per comitive e necessitano di supporto tecnico.
D’altronde El Al deve raccogliere la sfida gettata dalla concorrenza sempre più agguerrita delle compagnie a basso costo. Tanto per citare un caso, la EasyJet dal novembre scorso ha mercato sei voli settimanali dall’aeroporto di Londra Luton a Tel Aviv, a cui ne aggiungerà altri quattro a settimana, a partire dal primo agosto, sulla rotta Ginevra-Tel Aviv.